ABRUZZO. Mentre la giornata sembra aver portato una boccata d’ossigeno all’aeroporto d’Abruzzo (e 5,8 mln di euro nelle tasche della saga) giornata nera, invece, allo scalo di Preturo.
Come scrive News Town la Procura aquilana ha emesso 4 avvisi di garanzia nei confronti dell'ingegner Renato Amorosi, all'epoca dei fatti dirigente del Comune dell'Aquila, del funzionario Giuseppe Galassi, della dipendente Federica Meogrossi e di Raffaella Marciani dell'Enac.
Gli indagati sono tutti componenti della commissione di gara che nel 2011 ha affidato la gestione ventennale dello scalo.
Ed è proprio su questo che verte l’indagine della magistratura. Gli inquirenti avrebbero infatti accertato che il raggruppamento temporaneo di imprese costituito dalla Xpress srl di Giuseppe Musarella e dal Consorzio Innovative Solution Italy non avevano i requisiti per aggiudicarsi la gestione dell’aeroporto.
Gli indagati, riferisce sempre News Town, avrebbero dunque procurato «intenzionalmente» un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito dai 600mila euro assicurati in tre anni dal Comune dell'Aquila e dalla possibilità di gestire lo scalo.
La commissione di gara avrebbe aggiudicato la gestione al raggruppamento temporaneo nonostante l'omessa presentazione - da parte del ConsorzioInnovative Solution Italy - dell'attestazione di un capitale sociale individuale superiore alla soglia stabilita dall'articolo 3 del Decreto Ministeriale 521/1997. Attestazione espressamente richiesta dal punto III 2.2. del bando di gara. Inoltre, il Consorzio non avrebbe presentato la polizza fideiussoria.
Nonostante l'omessa presentazione di documenti espressamente richiesti dal bando istruito, la commissione gara avrebbe attestato falsamente «la regolarità e completezza della documentazione presentata», come riporta un verbale datato 22 novembre 2011.
Non sono i problemi che piovono sullo scalo che a detta del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi era meglio che non nascesse.
Intanto la Regione ha bloccato 800 mila euro elargiti alla Xpress contestando il fatto che 10 lavoratori assunti dal gestore non risiedessero in Abruzzo al momento dell’assunzione (novembre 2012): ciò inficerebbe l’articolo 4 del bando creato apposta per incentivare il lavoro dei giovani abruzzesi. Nel mirino della Regione, però, anche la posizione di altri 6 dipendenti che sono stati licenziati quasi subito.
Altri 20 sarebbero stati impiegati fuori regione mentre il bando prevedeva l’occupazione in loco. Ultima nota dolente la fideiussione bancaria richiesta dal bando a garanzia degli investimenti.