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Pescara, 24/11/2024
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Data: 26/02/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Verso le regionali in Abruzzo - Gianni Chiodi in zona retrocessione. L’indagine di Monitoregione piazza il governatore all’ultimo posto

PESCARA Il governatore Gianni Chiodi non è certo il più amato dagli italiani. L’indagine Monitoregione, condotta dal centro di ricerche Datamedia, assegna al numero uno della giunta abruzzese la maglia nera dei presidenti di Regione e segnala un’erosione dei consensi, rispetto al trimestre precedente, pari al 3,2%. È un a periodo poco fortunato per Chiodi. Il sondaggio, infatti, è stato realizzato tra l’ottobre e il dicembre del 2013, poche settimane prima che scoppiasse il caso della «Rimborsopoli» abruzzese. Facile immaginare che, in seguito all’inchiesta giudiziaria aperta dalla Procura di Pescara, si sia registrata un’ulteriore perdita di consensi. È lo stesso Chiodi a metterla in conto. «La pubblicità negativa, legata ai fatti degli ultimi tempi, ha inevitabilmente inciso – dice il governatore abruzzese, erroneamente convinto che lo studio fosse stato realizzato dopo l’inizio di rimborsopoli – ma non in modo tale da segnare il destino delle elezioni. Reggiamo nonostante gli scandali – prosegue il presidente – C’è una maggioranza silenziosa che ha fiducia in me». Una maggioranza ferma alla fine del 2013 e che in ogni caso risulterebbe una maggioranza relativa: nell’ultimo trimestre dell’anno passato, infatti, Chiodi riscuoteva il gradimento del 43,2% degli abruzzesi. Un dato che rappresenta il minimo storico, a partire dal giugno del 2012 e che vede il numero uno di palazzo Silone staccato di 3 punti percentuali dal penultimo in graduatoria e di quasi 14 punti dai primi due in classifica. «Questi numeri sarebbero comunque sufficienti per vincere le elezioni – taglia corto Chiodi – Sarei pronto a firmare in bianco per ottenere un risultato simile». Poco importa che il 56,8% degli elettori abruzzesi, senza essere influenzato dalla recente bufera giudiziaria, abbia espresso sfiducia nei confronti del presidente uscente. Un calo più marcato, tra l’ottobre e il dicembre scorso, è stato registrato soltanto dal presidente della giunta laziale, Nicola Zingaretti (-3,8%) e da quello della giunta siciliana, Rosario Crocetta (-4,3%), che tuttavia partivano da una soglia di apprezzamento decisamente più elevata.

È vero anche che il clima di sfiducia sembra colpire l’intera classe politica, dal momento che, su scala nazionale, cresce il gradimento solo per due governatori (+2,4% per il campano Stefano Caldoro e +1,1% per la friulana Debora Serracchiani), mentre il veneto Luca Zaia mantiene invariato il proprio livello di consensi. Tutti gli altri presidenti di regione sono in calo e ben sei si piazzano al di sotto della soglia di gradimento del 50%. Nei bassifondi della classifica, in compagnia di Chiodi, trovano posto il piemontese Roberto Cota (46,2%), il calabrese Giuseppe Scopelliti (46,8%), il siciliano Rosario Crocetta (47,7%), il molisano Paolo di Laura Frattura (48,6%) e l’umbra Katiuscia Marini (48,9%). I governatori più apprezzati, al contrario, sono i numeri uno della Toscana, Enrico Rossi e del Veneto, Luca Zaia, appaiati al 57,5%. Seguono i già citati Caldoro (55,6%), Serracchiani (54,3%) e Zingaretti (54%). Nei giorni scorsi si è parlato molto di numeri e sondaggi, ai quali Chiodi ha più volte dichiarato di non prestare particolare attenzione. I segnali negativi, però, si moltiplicano e il trend evidenziato da Monitoregione suona l’ennesimo campanello d’allarme: nel giugno del 2012 Chiodi riscuoteva un gradimento del 48%, che a partire da quel momento si è ridotto progressivamente, fino a toccare il 45% nel marzo del 2013. Subito dopo è iniziata una lenta risalita, che sembrava il segno di una nuova connessione sentimentale tra il presidente della Regione e i cittadini: alla fine dello scorso settembre, il suo livello di consenso toccava il 46,4%. Poi, negli ultimi tre mesi dell’anno, il nuovo crollo. Solo numeri.

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