PESCARA Ci mancava soltanto il sondaggio di Datamedia che incasella Gianni Chiodi all'ultimo posto in classifica per il gradimento dei governatori di Regione, rilevato a dicembre 2013: l'apprezzamento manifestato dagli intervistati è stato del 43,2%, con un -3,2% rispetto al settembre dello stesso anno (46,4%). In testa alla classifica a pari merito il governatore di Veneto, Luca Zaia (Lega Nord) e Toscana, Enrico Rossi (Pd), con il 57,5%. Seguono il campano Stefano Caldoro (Forza Italia) con il 55,6%; Debora Serracchiani (Pd), Friuli Venezia Giulia, con il 54,3% e Nicola Zingaretti, Lazio, anche lui Pd, con il 54%. Via via tutti gli altri: gli ultimi posti in classifica sono i governatori di Calabria, Giuseppe Scopelliti (46,5), Piemonte, Roberto Cota (46,2) e Abruzzo, Gianni Chiodi.
Il periodo in cui è stato realizzato il sondaggio, tra il 30 settembre e il 20 dicembre 2013, è importante perché non era ancora scoppiata l'inchiesta giudiziaria che in Abruzzo ha coinvolto mezzo Emiciclo e nove decimi della giunta regionale. Chiodi non si nasconde e commenta la ricerca di Datamedia: «Certo che l'inchiesta incide, ma noi sappiamo che i sondaggi esprimono solo una tendenza. E in ogni caso, se il dato di partenza fosse davvero quello, il 43% di gradimento che mi viene assegnato a dicembre 2013, lo sottoscriverei subito perché vuol dire che la nostra coalizione vincerà le elezioni».
All'ottimismo di Chiodi fa da sponda il pragmatismo di Nazario Pagano, presidente del Consiglio regionale e coordinatore di Forza Italia: «Presto lo faremo noi un sondaggio in Abruzzo. Chiodi? La sua ricandidatura a governatore non è mai stata in discussione». L'atmosfera però resta strana, nel centrodestra. Anche ieri, durante i lavori del Consiglio regionale che si è tenuto a Pescara, erano più i boh e le frasi di circostanza, quando chiedevi come andrà davvero a finire questa storia. Chiodi continua a ripetere che oggi è solo impegnato a fare il presidente, ma la sua campagna elettorale è iniziata da un pezzo. Si guarda però intorno con diffidenza il governatore: i sondaggi veri o falsi che sbucano improvvisamente dai cassetti, le presunte telefonate di Berlusconi a Bruno Vespa per convincerlo ad essere lui il candidato in Abruzzo, i sì a mezza bocca degli alleati. E il fuoco amico che non contribuisce certo a scaldare il cuore.