Luigi Mascia da una parte e Guerino Testa dall’altra, con Carlo Masci alla finestra pronto a fare da terzo incomodo. La designazione del candidato sindaco di centrodestra continua a offrire scenari di tensione e di conflitto a Pescara e col trascorrere dei giorni il clima si avvelena sempre di più. I manifesti di Guerino Testa, sia pur senza simboli di partito, sono apparsi come un segnale di forte determinazione lanciato dal presidente della Provincia, nient’affatto disposto a fare il passo indietro nella corsa a Palazzo di città. Solo una motivazione chiara e ragionevole potrebbe convincere Testa a rientrare nei ranghi e quella motivazione, ammesso che esista, dovrà uscire oggi a Roma dalla riunione del comitato elettorale presieduto da Altero Matteoli, nella quale andrà a riferire Nazario Pagano, presidente regionale di Forza Italia. Il confronto avrebbe dovuto esserci ieri ma l’appuntamento è slittato di 24 ore per impegni istituzionali di Nazario Pagano, chiamato a presiedere il consiglio regionale riunito a Pescara.
I vertici di Forza Italia appaiono determinati a ribadire il criterio finora difeso con i denti: ricandidare gli uscenti, a qualsiasi sigla politica appartengano. A Pescara l’uscente si chiama Luigi Albore Mascia e va pure considerato che si tratta della seconda città più importante in Italia - l’altra è Prato - a vantare un sindaco targato Forza Italia. Si spiega così l’insistenza con cui Matteoli e gli altri esponenti del tavolo romano difendono Mascia, anche mettendo nel conto che possa andar male. Lo stesso principio vale del resto anche per il governatore uscente Gianni Chiodi, che i sondaggi danno in forte calo di appeal. Federica Chiavaroli, senatrice di Ncd, continua a rilanciare Guerino Testa con una semplice osservazione: «La nostra unica rivendicazione al tavolo nazionale riguarda il candidato sindaco di Pescara» ripete da settimane. E se Testa non dovesse passare, fa intendere la Chiavaroli, allora potrebbe venir meno io sostegno di Ncd a Chiodi per la Regione.
Chi più è in ambasce è Guerino Testa, che ha fatto tappezzare la città di manifesti fin troppo eloquenti. «Si candida lo stesso, con Ncd o con una lista civica» dicono in molti. E così sarà, ma lui spera d’essere riabilitato oggi al tavolo romano per non dover sfidare Mascia in uno scontro fratricida che finirebbe per dilaniare il centrodestra. Come pure resta in piedi l’ipotesi delle primarie ovvero quella di un Carlo Masci tirato in ballo per eliminare i due contendenti. Il leader di Pescara futura è proiettato verso le regionali ma potrebbe rimettersi in gioco per il Comune. Ma neppure in quel caso, pare evidente, Testa sarebbe disposto a rinunciare. Oggi sapremo. A meno di un’altra fumata nera.