ROMA Un risparmio fiscale di 500-600 euro l’anno, 50 al mese o poco meno, per i lavoratori dipendenti con reddito medio, intorno ai 25-30 mila euro. E un effetto proporzionalmente più intenso anche se minore in cifra assoluta per chi ha retribuzioni più basse. È questo lo schema a cui lavora la squadra di Matteo Renzi insieme al ministero dell’Economia, come confermato dal responsabile economico del Pd Filippo Taddei. L’operazione potrebbe poi essere completata con una riduzione anche consistente dell’aliquota del 38 per cento, applicata sui redditi tra 28 mila e 55 mila euro l’anno, che riguarderebbe tutti i contribuenti e non solo i lavoratori dipendenti. Intanto Renzi a Ballarò afferma: «Per abbassare il costo del lavoro, c’è spazio per aumentare la tassazione sulle rendite finanziarie, non dico sui Bot ma sulle rendite pure. Abbiamo la tassazione sulle rendite tra le più basse d’Europa». E ancora: «Sul cuneo fiscale ci sono scuole di pensiero diverse. Padoan si è preso tempo per verificarle. Un modo è abbassare l’Irap, un altro è abbassare l’Irpef, il terzo sul quale stiamo ragionando è quello sugli oneri sociali».
IL COSTO COMPLESSIVO
Ma torniamo al piano. Il costo complessivo dell’operazione viene stimato in 5,6 miliardi. Il grosso degli effetti sarebbe ottenuto con un nuovo intervento sulle detrazioni per lavoro dipendente, dopo quello attuato dall’esecutivo Letta per un importo di 1,7 miliardi l’anno a regime. In questo caso si tratterebbe di qualcosa di più consistente. Fino ai 15 mila di euro l’anno, le detrazioni sarebbero applicate in cifra fissa, con l’obiettivo di abbattere sensibilmente il prelievo per questi lavoratori a basso reddito. Dai 15 mila euro in su, e fino ai 55 mila, si utilizzerebbe invece un meccanismo di detrazioni decrescenti simile a quello attuale, ma con impatto maggiore.
L’EFFETTO SUI CONSUMI
Attualmente con un imponibile fiscale di 25 mila euro lordi l’anno l’Irpef dovuta è di circa 5 mila euro l’anno, con 28 mila di circa 6 mila. Un taglio del 10 per cento significherebbe quindi un risparmio annuo di 500-600 euro, ossia circa 50 al mese. Si tratta di importi non colossali ma comunque ben più consistenti di quelli liberati con la legge di stabilità dello scorso anno, in grado di risultare visibili e quindi - almeno si spera - di avere un effetto sui consumi.
Oltre al meccanismo delle detrazioni, si valuta una riduzione anche consistente dell’aliquota del 38 per cento, che riguarda comunque un numero più piccolo di contribuenti.
L’altro capitolo della riduzione delle tasse sul lavoro è il taglio dell’Irap a beneficio delle imprese e dei lavoratori autonomi. Anche in questo caso la percentuale sarebbe del 10 per cento, da calcolare sul gettito dell’imposta pagata dai privati, escluse quindi le amministrazioni pubbliche: su circa 23 miliardi ne verrebbero tolti quindi 2,3. L’intenzione dell’esecutivo è far scattare tutta la riforma già dalla metà dell’anno, con effetto per i lavoratori dipendenti sulle retribuzioni in corso e per le imprese sui versamenti relativi al 2014. I tempi dell’operazione dipenderanno comunque anche dalla necessità di garantire coperture blindate, in particolare sul lato della riduzione della spesa.