L’AQUILA Che l’aeroporto di Preturo sia una struttura privata, gestita con fondi messi sul piatto da imprenditori privati, è il mantra ripetuto da sindaco ed amministratori ripetono da mesi ai quattro venti. Ma che inizia ad essere sempre meno credibile, soprattutto alla luce delle ripetute erogazioni di fondi pubblici che da Villa Gioia prendono "il volo" per il Giuliana Tamburro. Come i seicentomila euro che il 20 dicembre scorso, con determina numero 60 a firma del settore Suap Lucio Nardis, sono stati stanziati per demolizione e la ricostruzione dell’hangar. Una vera manna dal cielo, per la società di gestione, la Xpress, che potrà contare su una struttura nuova di zecca senza sborsare un centesimo, nonostante gli accordi sottoscritti al momento della firma della concessione ventennale dell’aerostazione. Nel capitolato d’oneri per la concessione, infatti, al punto 4 dell’art. 8 è riportato chiaramente «che la realizzazione delle opere infrastrutturali avverrà sotto l’esclusiva ed a totale carico del concessionario»; sempre nello stesso documento è riportato come questi debba provvedere alla «manutenzione ordinaria e straordinaria di mezzi, attrezzature, immobili ed impianti». Anche di questa vicenda il consigliere comunale di Appello per L’Aquila, Ettore Di Cesare, chiederà spiegazioni all’assessore con delega all’aeroporto Emanuela Iorio, chiamata a rispondere ad un’interrogazione. Condicio sine qua non per la firma della convenzione, era scritto nel bando, era «l’obbligo di sopralluogo assistito in sito e specifica dichiarazione di essersi recati sul luogo, di conoscere e aver verificato tutte le condizioni per l’espletamento dei servizi, di avere constatato e accettare lo stato degli impianti e delle infrastrutture». Dopo il sopralluogo la Xpress aveva formulato delle riserve sullo stato di conservazione di alcune parti e strutture dell’aeroporto. Perché, allora, si è poi proceduto alla firma della convenzione? E, soprattutto, a che titolo si spendono soldi per la progettazione del nuovo hangar (23.155 euro all’ingegner Luciano Cera e 4.915 al dottor Alessandro Lorè per una relazione geologica) e si attinge dagli avanzi di amministrazione (600mila euro) per un’opera che ricade in un aeroporto "privato"? Dubbi sulla sua natura sorgono già leggendo la convenzione, con cui il Comune si impegna per tre anni a versare 196mila euro annui per lo start up dello scalo. Nell’inchiesta sull’affidamento della gestione dell’Aeroporto dei Parchi, sono quattro gli indagati per abuso d’ufficio e falso. Sono i componenti della commissione che ha affidato l’appalto: l’ex dirigente comunale Renato Amorosi, i funzionari municipali Giuseppe Galassi e Federica Meogrossi oltre a Raffaella Marciani dell’Enac. Al termine delle indagini preliminari, il pm Gallo ha contestato ai quattro l’affidamento della gestione ventennale dello scalo nonostante l’omissione di documenti fondamentali per ottenere la concessione.