MONTESILVANO Ecco perché il sindaco sfiduciato Di Mattia contesta le dimissioni in blocco dei 13 consiglieri che hanno azzerato l’amministrazione il fatidico 16 febbraio davanti al notaio di Pescara Grazia Buta.
Tramite i suoi legali, l’ex primo cittadino di Montesilvano, che in merito ha presentato ricorso al Tar, sostiene la nullità del gesto messo in atto dai consiglieri di opposizione e ieri ha fatto notificare il suo ricorso agli interessati, al Comune, al Prefetto e al ministero degli Interni. Il punto cardine del ricorso si fonda sul fatto che le dimissioni andavano presentate al consiglio comunale e non portate per delega al protocollo da una terza persona, il segretario provinciale di Forza Italia da Lorenzo Sospiri. «Le dimissioni - aggiunge Di Mattia - non risultano indirizzate a nessuno e tanto meno al consiglio, per cui non possono ritenersi valide». C’è poi una postilla altrettanto importante, secondo cui il provvedimento di sospensione degli organi emesso dal Prefetto non sarebbe legittimo; in quel caso si sarebbe dovuto pronunciare principalmente il ministero degli Interni, che invece non era stato nemmeno informato. Ed infine un terzo punto: in caso di dimissioni generali non ci si può servire di una delega. «Il Prefetto - chiariscono i legali del sindaco - non poteva firmare la sospensione del sindaco e della giunta, in quanto non sussisteva motivo d’urgenza».
Fin qui la posizione dei legali.
Naturalmente la notifica del ricorso, pur attesa con comprensibile ansia dagli interessati, un po’ di scompiglio l’ha creato. Per cui si attende la data del 6 marzo (o presumibilmente del 20) per conoscere il parere del tribunale ragionale. Un esito che potrebbe sconvolgere la vita politico-amministrativa della città. Intanto resta fissata al 25 maggio la data delle consultazioni elettorali, che metteranno a dura prova gli uffici comunali del settore, chiamati in causa appena due anni fa.
Acclarata la posizione del Movimento 5 stelle, che ha già pronta la sua lista con non meno di 8 donne-guerriere come le definisce Manuel Anelli, gli altri gruppi politici non ancora assumono posizioni chiare. Questa sera il Pd terrà la riunione del direttivo, che dovrebbe schiarire le nebbie interne. Nel centro destra si continua a proporre il nome di Manola Musa, ma per saperne di più bisognerà attendere l’incontro con Nazario Pagano Federica Chiavaroli, previsto per lunedì o al massimo martedì. In questo momento insomma non si trova la quadra su un unico nome e la strada da percorrere restano le primarie. Sarebbe il sistema migliore per mettere a tacere i tanti ambiziosi che oggi non nascondono le velleità di sedere sulla poltrona come primo cittadino.