A gennaio due dipendenti su tre erano a lavoro con contratti scaduti. Si tratta di 8,5 milioni di persone . Una cifra così alta non si registrava dall'inizio del 2008, ovvero da sei anni. A monitorare mensilmente lo stato di salute dei contratti collettivi è l'Istat. Da dicembre a gennaio lo scarto si è fatto sentire, con ben cinque scadenze a fronte di un solo rinnovo. E così la quota di chi è in attesa di un rinnovo è balzata dal 48,9% al 66,2%, tradotta in cifre assolute l'impennata corrisponde ad oltre due milioni di persone. Restano sul tavolo 51 intese da concludere, di cui 15 riferibili alla Pa (su cui pesa però il blocco della contrattazione). Per quattro accordi, che nel complesso interessano mezzo milione di lavoratori, però è ormai fatta visto che a febbraio sono state ratificate le ipotesi di rinnovo (tessili, pelli e cuoio, gas e acqua e turismo-strutture ricettive). Con il nuovo anno sono scaduti diversi accordi, dal servizio smaltimento rifiuti alla Rai. Ma a fare la differenza è stato il contratto del commercio, che interessa circa due milioni di persone a cui, tra gli altri, si aggiungono 650 mila edili, quasi 400 mila dipendenti della sanità privata, 300 mila operai agricoli, 260 mila impiegati dei servizi di pulizia locale, circa 200 mila addetti negli studi professionali, 100 mila autoferrotranvieri. Inoltre c'è sempre il fardello del comparto pubblico, con 2,9 milioni di addetti.