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Data: 27/02/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Mensa e bus L’Udu chiede indennizzi per gli studenti

L’AQUILA Non si placa la protesta degli universitari aquilani iscritti alla facoltà di Ingegneria della sede di Monteluco di Roio. Nella riunione di martedì, gli studenti dell’Udu dell’Aquila sono infatti tornati a riunirsi per discutere dei numerosi disservizi che ormai, da mesi, caratterizzano il rientro alla sede storica.

«Tutto iniziò, infatti - sostiene in un comunicato l’Unione degli universitari - dalla comunicazione del Direttore Generale dell’Univaq sull’impossibilità di svolgere gli esami nel Polo di Roio, perché, per due mesi, sarebbe mancato il personale della protezione civile, necessario per garantire la sicurezza della sede. A quel punto l’Ama (la società municipalizzata che si occupa dei trasporti pubblici urbani) decise di sospendere la maggior parte delle corse che connettono Monteluco di Roio con il resto della città. Stesso discorso vale per l’Azienda per il diritto allo studio, che decise di chiudere i servizi di mensa e bar. Tutto ciò fino al 24 febbraio». Una serie di doglianze che per gli universitari col passare sono diventate vere e proprie emergenze. E non mancano le perplessità. «Innanzitutto ci si è chiesto - prosegue l’Udu - come mai l’Ateneo si debba avvalere di personale esterno per garantire la fruibilità di un polo universitario; ancor peggio, come mai tale personale non sia stato allertato anche nei mesi di gennaio e febbraio, nonostante la sede fosse comunque aperta e frequentata dagli studenti. Senza considerare il timore degli studenti che questa situazione si possa ripetere nella prossima sessione d’esami». La protesta coinvolge evidentemente anche l’Ama. Gli studenti giudicano infatti inaccettabile la drastica riduzione delle corse mentre il polo di facoltà è evidentemente frequentato da studenti, docenti e personale. Ma le critiche più aspre sono rivolte all’Azienda per il diritto allo studio. «È assurdo che si deliberi una sospensione totale - concludono - di un servizio pubblico di assoluta necessità per gli studenti, perché ritenuto inutile per due mesi. Evidentemente l’Azienda non si è resa conto del fatto che nel “periodo di inutilità”, a Roio, per ben due mesi, ha lasciato senza pasti decine e decine di studenti. Ad aggravare il fatto, nonostante le lezioni fossero ricominciate il 24 febbraio, data di ritorno alla “normalità”, mensa e bar sono stati riaperti con un giorno di ritardo a causa di problemi di comunicazione tra l’Azienda e la società che eroga il servizio di refezione. Ora, dato che uno quota della borsa di studio è vincolata all’erogazione del servizio di vitto, come intende la Regione Abruzzo e l’Azienda per il diritto allo studio indennizzare gli studenti che non hanno potuto fruire di un loro diritto per due mesi?». Le domande che gli studenti già da tempo hanno posto alle istituzioni competenti non hanno ancora ricevuto risposte.

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