PESCARA Tutte le strade del centrodestra portano a Roma. Oggi sui colli capitolini si decide il destino dei candidati sindaco al Comune di Pescara, nel faccia a faccia tra i vertici di Forza Italia e Ncd. Da una parte il berlusconiano tout court Altero Matteoli a perorare la causa di Luigi Albore Mascia, dall'altra il diversamente berlusconiano Renato Schifani a sostenere Guerino Testa. Agli "angoli" del ring i coordinatori regionali, Nazario Pagano per Forza Italia e la senatrice Federica Chiavaroli per Ncd. "Fusse che fusse la volta bona", direbbe Nino Manfredi. Con altra forma e altro slang, la frase è sottoscritta dai diretti interessati e soprattutto dai candidati sindaco, ormai chiusi in un mutismo fin troppo eloquente. E anche i rispettivi clan danno segni di nervosismo: in Forza Italia non hanno digerito la mossa di Guerino Testa di partire in quarta coi manifesti 6x3 quando c'era già il candidato designato; dall'altra parte si invita gli amici (o ex) a non fare tante storie e a non essere ipocriti perché tutti sapevano che Testa voleva essere in lizza e si è trovato "obbligato" a esserci con la prospettiva della soppressione della Provincia. Nel clan del sindaco uscente vedono come il fumo negli occhi il metodo e il merito usati da Nuovo centrodestra e le "manovre" della senatrice Chiavaroli ispirata dal collega di Palazzo Madama ed ex ministro Gaetano Quagliariello. La verità è che nel centrodestra pescarese sono in molti a non aver digerito la scissione dettata a livello nazionale e tutte le conseguenze negative che ha portato nel contesto locale. Qualcuno non aveva fatto i conti con le ambizioni personali, legittime, di un Guerino Testa che cinque anni fa aveva dovuto "ripiegare" sulla Provincia dopo aver fatto la bocca al palazzo di città. A Mascia, però, tutto questo non interessa, lui si sente il campione in carica che ha diritto a difendere il titolo. Una linea che Forza Italia porta avanti a tutte le latitudini in Italia, ma che è stata messa in forte discussione a Pescara. E questo perché, evidentemente, altrove non ci sono alternative competitive, mentre a Pescara c'è un "Testa-cuore", come recita il manifesto elettorale, che scalpita e non vede l'ora di scalzare l'ex amicone. Di certo, al vertice odierno a Roma, Pagano e Chiavaroli e i loro "protetti" chiedono una parola chiara che non ammetta repliche, perché di aspettare ancora non ne possono più. "Un tira-e-molla logorante che fa solo il gioco dei nostri avversari", è ormai il tormentone che circola negli ambienti del centrodestra pescarese.