MONTESILVANO Il Pd sembra non avere dubbi: la candidatura più naturale in questo momento è quella di Attilio Di Mattia. A confermarlo è la segretaria provinciale del Pd Francesca Ciafardini che, all'indomani del direttivo dei democratici, sottolinea come l’ex sindaco dimissionato sia senza dubbio il nome più indicato per l'imminente competizione elettorale. «A oggi l'unico candidato per Montesilvano è Di Mattia», ribadisce, «Il sindaco uscente, defenestrato in quel modo da consiglieri che hanno cambiato casacca, si è detto disponibile ed è da lui che dobbiamo ripartire». Nel corso dell'incontro del Pd è emersa, dunque, la volontà di fare squadra su Di Mattia e, soprattutto, di ripartire dalle linee programmatiche e dalla partecipazione dei cittadini. «Abbiamo molte cose da proporre alla città», prosegue Ciafardini. «Chiaro che dopo 20 mesi non si vedono tutti i risultati». La segretaria, riconoscendo che a Montesilvano la coalizione ha «peccato di litigiosità interna», confessa inoltre che il Pd è al lavoro sulla costituzione di liste civiche per «portare contributi esterni nella coalizione». Ma è proprio sulle alleanze che il Pd dovrà lavorare per arrivare a una quadra sul candidato sindaco e, soprattutto, per non rischiare di perdere pezzi. Si attendono ancora, infatti, le posizioni del direttivo di Sel, che ieri sera ha incontrato i propri iscritti per affrontare la questione; dell'Udc e delle varie lste civiche che nella scorsa tornata amministrativa hanno contributo alla vittoria di Di Mattia. Giorni di confronto serrato anche nel centrodestra, dove la coalizione è ancora alla ricerca del candidato. E mentre qualcuno scommette su Carlo Tereo De Landerset, a «remare contro» è l'ex consigliere Oscaro Biferi. «Chi ha tradito una volta lo farà ancora», sottolinea ricordando che Tereo, «dopo aver lasciato polemicamente la carica di assessore nella giunta di centrodestra di Lillo Cordoma ha presentato una lista civica e, successivamente, ha aderito a Futuro e libertà. Subito dopo, per garantirsi la poltrona, ha sposato la causa del centrosinistra assumendo l'incarico di presidente del Consiglio comunale, salvo ripensarci dopo un anno e studiare una pseudo alleanza con l’Udc per poi tornare ulteriormente sui suoi passi, sempre in vista di nuove, future poltrone. Adesso», prosegue, «con la prospettiva di vittoria per il centrodestra ecco che il figliol prodigo torna a casa, ma Montesilvano ha bisogno di ben altro». Intanto, si attende anche il pronunciamento del Tar, slittato dal 6 al 20 marzo, sul ricorso presentato da Di Mattia per vizi di forma nell'atto delle dimissioni. E se la Ciafardini ritiene le motivazioni del sindaco «legittime e fondate», appaiono piuttosto scettici Paolo Cilli e Ernesto De Vincentiis, perplessi soprattutto in merito alla richiesta di risarcimento danni. «È quantomeno inopportuno che un sindaco chieda un risarcimento dopo le dimissioni dei consiglieri», commentano. «Forse Di Mattia non ricorda che, quando è mancato dalla città per qualche mese, ha percepito ugualmente la sua indennità senza che nessuno la chiedesse indietro».