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Pescara, 25/11/2024
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Data: 03/03/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Salva Roma, scatta il conto alla rovescia ecco i primi tagli. Anche Atac e Ama, le società di trasporto pubblico e raccolta dei rifiuti, dovranno stringere la cinghia. I loro contratti di servizio saranno sforbiciati di un importo fino al 25%

ROMA Il conto alla rovescia partirà oggi, quando sulla Gazzetta Ufficiale sarà pubblicato il decreto approvato venerdì scorso dal consiglio dei ministri. Roma ha sessanta giorni per produrre un «convincente» piano di rientro da un deficit che ormai viaggia spedito verso il miliardo e duecento milioni di euro. Il provvedimento dovrà di nuovo passare le forche caudine del Parlamento, ma stavolta difficilmente i «compiti a casa» dettati al Campidoglio saranno abbonati. Da Palazzo Chigi e dal ministero del Tesoro si propende per la linea dura. I vincoli imposti al Comune non potranno essere stravolti. Su questo punto anche l’opposizione della politica locale, soprattutto del Pd romano, sarebbe ormai superata. I tabù inziano a cadere uno dopo l’altro. Farmacap, per esempio, la società pubblica che gestisce le farmacie comunali e che ha registrato nei suoi conti un buco di 15 milioni di euro, sarà messa sul mercato. Anche sul destino delle altre partecipate «minori» le staccionate iniziano a cadere. Il decreto del governo prevede per loro, nell’ambito del piano di rientro, la chiusura o la vendita. Risorse per Roma, la società che supporta il Campidoglio per la pianificazione urbanistica, potrebbe essere liquidata. Per Aequa Roma, la controllata che affianca il Comune nell’attività di accertamento fiscale, il destino è tutto da decidere. Si valuta la possibilità di farle prendere il posto di Equitalia nella riscossione dei tributi, quando il prossimo primo gennaio il contratto con la società controllata dall’Agenzia delle Entrate sarà sciolto.
I PROVVEDIMENTI
Anche sul blocco delle assunzioni nel Comune e nelle società municipalizzate, altro obbligo imposto dal decreto, non ci sarebbero più grosse obiezioni. E non sono queste le sole novità. Ancor prima di iniziare a lavorare al piano di rientro che dovrà essere presentato al tavolo interistituzionale del quale fanno parte Tesoro, ministero dell’Interno e che dovrà poi essere inviato alle Camere per le verifiche, il Campidoglio avrebbe iniziato a lavorare anche ad un contenimento dei costi in vista della chiusura del bilancio del 2014 la cui scadenza è il prossimo 30 aprile. L’assessore al bilancio, Daniela Morgante, avrebbe già chiesto agli assessorati di ridurre del 30-40% le spese, in modo da evitare che continuino a spendere soldi. Stesso discorso anche per i municipi, anche per loro riduzione di budget tra il 30 e il 40 per cento per rimettere in riga i conti del 2014. Anche Atac e Ama, le società di trasporto pubblico e raccolta dei rifiuti, dovranno stringere la cinghia. I loro contratti di servizio, così come quelli delle atre municipalizzate, saranno sforbiciati di un importo fino al 25%, con un risparmio per le casse capitoline di circa 300 milioni di euro. Tra i provvedimenti in rampa di lancio c’è anche quello per la dismissione del patrimonio immobiliare del Campidoglio che, secondo le stime, dovrebbe permettere al Comune di incassare 250 milioni di euro.
Ieri sul Salva Roma è intervenuto anche l’ex sindaco della Capitale Gianni Alemanno. «Non appena sarà noto il testo del decreto», ha detto, «il sindaco Marino deve venire a riferire sul piano di rientro all'Assemblea capitolina di Roma». Per Alemanno, «non solo il sindaco ma anche il Partito Democratico devono esprimere le loro posizioni rispetto a provvedimenti che la sinistra romana ha sempre contrastato, anche quando io ero il Sindaco di Roma Capitale».

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