Il Nuovo centrodestra respinge le polemiche, innescate dalla minoranza del Partito democratico, sulla nomina di Antonio Gentile a sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti nonostante le accuse di aver esercitato pressioni sullo stampatore dell’Ora della Calabria per evitare la pubblicazione di un articolo su un’indagine a carico del figlio.
MACCHINA DEL FANGO - Domenica pomeriggio prende la parola lo stesso protagonista della vicenda, che sottolinea con una nota: «Mai chiesto di bloccare notizie su mio figlio. Contro di me accuse infamanti, la macchina del fango partita dalla mia regione ha contaminato anche i grandi giornali. Credo alla loro buonafede e per questo, ritengo doveroso fare chiarezza sulle ingiuste e infamanti accuse di cui sono vittima da 10 giorni». Ma io «sono trasparente e con me lo è la mia famiglia».
LA DIFESA - Riguardo alle presunte pressioni per uno stop alle rotative dell’Ora, Gentile è categorico: «Mio figlio, che è un brillante penalista, è stato messo alla gogna sulla base di un niente e io, addirittura, sono stato accusato di avere bloccato l’uscita di un quotidiano che non leggo e che è espressione della corruttela più truce. Non ho mai chiesto a nessuno di bloccare notizie su presunte indagini che riguarderebbero mio figlio e di cui lo stesso non è a conoscenza», evidenziando come la stessa Ora della Calabria avrebbe pubblicato online la notizia, così come Il Corriere della Calabria e la Gazzetta del Sud.
L’ACCUSA - Gentile poi passa all’accusa nei confronti dell’editore dell’Ora, Piero Citrigno, «un signore condannato a 4 anni e 8 mesi di reclusione per usura» e «indagato per altri presunti gravissimi fatti di speculazione» e «per estorsione», di cui è da «almeno cinque anni che sono oggetto delle sue intimidazioni». Inoltre Citrigno sarebbe «stato rinviato a giudizio per violenza privata nei confronti del povero Alessandro Bozzo, un giornalista che si è tolto la vita dopo che lo stesso Citrigno lo aveva obbligato, secondo la Procura della Repubblica di Cosenza, a firmare un contratto capestro di 800 euro mensili, nonostante fosse redattore ordinario».
LA REPLICA - Il direttore dell’Ora, Luciano Regolo, ha prontamente replicato: «Se lo scopo della dichiarazione di Tonino Gentile è quella di intimorire o ridurre al silenzio me e tutta la redazione dell’Ora, sappia il senatore, che è destinato a fallire». Il cdr del quotidiano ha poi annunciato che presenterà querela nei confronti del sottosegretario.
BINDI ALFANO E RENZI REVOCHINO NOMINA - Intanto al coro interno al Partito democratico si associa anche Rosy Bindi, ex presidente del Pd stesso e ora presidente della commissione Antimafia, che dai microfoni di Sky Tg 24 intervistata da Maria Latella tuona: «La nomina del sottosegretario Gentile deve vedere da subito un impegno da parte del presidente del Consiglio nel revocarla e direi anche dal ministro dell’Interno. Possono dare prova di avere a cuore gli interessi del Paese piuttosto che quelli del proprio partito».
SCHIFANI: OPERAZIONE MEDIATICA VIOLENTA - «Nessuno può mettere in dubbio la trasparenza e la storia di Gentile - aveva tuonato in precedenza il presidente di Ncd Renato Schifani - Lo dimostra il suo excursus politico con ruoli di prestigio quali la partecipazione alla Commissione Antimafia, al governo e fino a ieri all’Ufficio di presidenza del Senato». Secondo Schifani, quindi, si tratta di «un’operazione mediatica e politica violenta, palesemente fondata sul nulla, e rispetto alla quale il Nuovo Centrodestra non si farà influenzare».
NON ACCETTIAMO PATENTI DI INDEGNITÀ - Schifani aveva sottolineato inoltre che questa operazione «nasce da Il Giornale, a dimostrazione che noi siamo considerati i veri nemici di Silvio Berlusconi e non paradossalmente il Partito democratico, che su questa vicenda cerca di scaricare i suoi malesseri interni. Non abbiamo intenzione di accettare patenti di indegnità o di prestare il fianco a polemiche infondate».
QUAGLIARIELLO: IL PD STIA AI FATTI - Anche il coordinatore nazionale di Ncd Gaetano Quagliariello aveva calcato la mano sulla «corsa a precipizio» verso la «barbarie e l’asservimento della politica a operazioni di altra natura». In una nota diffusa domenica si legge l’invito ai «colleghi del Pd a stare ai fatti. Al sottosegretario Gentile, senza che vi sia notizia di alcun suo coinvolgimento o interessamento, viene addebitata la mancata uscita in edicola di un quotidiano calabrese per impedire la divulgazione di una notizia riguardante suo figlio peraltro già riportata da altri organi di stampa locale». Fabrizio Cicchitto, infine, ricorda che Gentile ha presentato querela e che questo «scatenamento immotivato del tutto pretestuoso, determinato solamente da speculazioni di basso conio. Se un sottosegretario si dovesse dimettere con queste motivazioni significa che viviamo nel mondo dell’arbitrio».