SULMONA Gas di scarico che rendono l’aria irrespirabile e rumori di motori che iniziano a girare dalle 3 di notte e vanno avanti per l’intera giornata. È diventata un vero inferno la vita per una quarantina di famiglie che abitano a ridosso della stazione ferroviaria di Sulmona. Tutta colpa dei treni a gasolio, utilizzati nella tratta Sulmona-L’Aquila. Locomotori vecchi e rumorosi che vengono avviati, a detta dei residenti, tutti insieme. Si inizia a notte fonda e per circa tre ore, fino ai primi bagliori dell’alba, quando parte la prima corsa. Treni che fanno da colonna sonora al sonno della numerosa comunità sulmonese le cui finestre di casa si affacciano lungo la ferrovia. «Tutti i giorni siamo vittime di un grave inquinamento atmosferico e acustico», protesta Antonio R. che abita in un appartamento del vecchio “FerrHotel”, fino a qualche anno fa rifugio dei ferrovieri che terminavano il loro turno di lavoro a Sulmona e ora abitato da nuclei familiari, «treni diesel che vengono accesi di fronte alle nostre abitazioni e lasciati in moto per ore e ore, non si sa bene per quale motivo. Parliamo di 4 o 5 treni avviati contemporaneamente. Di notte non si riesce a dormire e di giorno dobbiamo tenere le finestre di casa ben serrate altrimenti ci intossichiamo. Chiediamo ai responsabili di Trenitalia, che vengano assunti immediati provvedimenti per eliminare un problema che ci sta rovinando la vita. Anche perché, in tempo di spending review, non riusciamo a capire come si possa lasciare accesi i motori dei treni per tanto tempo, senza tenere conto del consumo di carburante che questa scelta produce». Secondo i residenti, la soluzione giusta ci sarebbe spostando le pompe di rifornimento in un’altra zona lontano dalle case, magari dietro l’officina delle ferrovie dove c’è spazio a sufficienza per ospitare i treni a gasolio. «Anche perché», aggiunge Franco C., «con il previsto ampliamento dell’officina e di conseguenza del numero di treni da verificare e riparare, i disagi per noi della zona, aumenterebbero ancora di più». Si tratta perlopiù di vecchi locomotori che hanno viaggiato per tanti anni su è giù per il Centro Abruzzo, quelle tratte di montagna che hanno messo a dura prova l’efficienza di questi treni, che sembrano ormai giunti al capolinea. Ma che vengono ancora quotidianamente utilizzati nonostante siano particolarmente rumorosi e inquinanti rispetto ai locomotori a gasolio di recente progettazione. Ma, dopo tanti anni di lunga e francescana sopportazione, questa volta i residenti sono decisi a dare battaglia e ad andare fino in fondo. «Stiamo avviando una raccolta di firme che consegneremo a Peppino Ranalli. Il sindaco deve diventare portavoce della nostra protesta», sottolineano dal FerrHotel, «e se non basterà, siamo pronti a rivolgerci alla Procura affinché verifichi eventuali ipotesi di reato nei confronti di tutti quelli che si sono resi responsabili dei gravi danni prodotti da questa situazione».