PESCARA Ferrhotel a rischio chiusura e tutt’intorno il degrado, a cominciare dalla "porta" accanto. Torna alla carica nel denunciarne lo stato di abbandono Tonino Di Marco, che ha un negozio di scarpe in corso Vittorio Emanuele, e che ha perso la voce per segnalare al sindaco di turno lo stato deprecabile in cui versa l’edificio e il rischio per la salute per chi si avventurasse nei pressi delle lamiere che coprono le "vergogne" di un palazzo fatiscente. Il tutto in pieno centro. Di Marco, insieme a una decina di colleghi di corso Vittorio Emanuele, ha preparato l’esposto da inviare a Prefettura, Asl e Comune. «Lì dentro - assicura - c’è ormai una piccola discarica, vi scorrazzano ratti e vi hanno depositato rifiuti di tutti i tipi, ogni genere di schifezza». Dire che sia arrabbiato è dir poco, il signor Di Marco: «Qui parlano di abbellire l’immagine del corso, di migliorare il look, e poi non fanno nulla per eliminare questo schifo, esistente da trent’anni, mica da un giorno». Si chiede un sopralluogo urgente e la bonifica immediata, prima di andare avanti con altre azioni. È proprio con il Comune che ce l’hanno Di Marco e i commercianti infuriati. In passato, il titolare di Dimar ci aveva provato col sindaco Carlo Pace «che qualcosa aveva cominciato a fare, ma senza convinzione», poi venne il turno di Luciano D'Alfonso «e sembrava essere la volta giusta, poi sappiamo com’è andata a finire». Ultimo viene Mascia, al quale Di Marco rilancia l’appello. «Spero che con questa iniziativa - confida - l’Amministrazione si muova e, di concerto con l’Asl, si inizi a lavorare alla bonifica e a restituire dignità al sito. In questo caso, più che una questione di look è un problema di salute pubblica, che va tutelata e basta». Sul futuro del Ferrhotel, vale la pena di ricordare, è in atto da anni un dibattito acceso: il Comune voleva rimetterlo in sesto e trasformarlo in albergo di qualità nel cuore cittadino, per colmare una lacuna storica, ma poi non se n'è fatto nulla perché il progetto è legato agli interventi sulle aree di risulta. Sel aveva proposto di farci una casa dello studente, altra struttura che a Pescara manca, ma pure in questo caso l’appello è caduto nel vuoto. L’idea da ultimo grido è quella di Confesercenti che vuole fare dell’ex Ferrhotel (1500 metri di proprietà comunale) uffici, studi e laboratori da affidare a canone agevolato per i primi tre anni di attività a giovani imprenditori e professionisti. «La nostra proposta è chiara - ha spiegato il direttore Gianni Taucci - punta a valorizzare un immobile di pregio per il centro di Pescara e a dare una risposta alla domanda di spazi che arriva dalle nuove generazioni. Partiamo dall’ex Ferrhotel sapendo che il progetto è replicabile in molti stabili pubblici dismessi. Lauree e attestati professionali costano migliaia di euro alle famiglie ma anche per disporre di una semplice scrivania bisogna spendere altre migliaia di euro per l’enormità dei canoni di affitto. E allora perché non sfruttare questa occasione?».