Un piano di prepensionamenti che riduca il costo del personale di Atac, magari unito ai contratti di solidarietà per gli amministrativi di cui azienda e sindacati stanno già parlando. È la soluzione allo studio a Palazzo Senatorio, di cui si è parlato ieri nel vertice tra Ignazio Marino e i capigruppo della maggioranza. I partiti del centrosinistra capitolino spingono per questa soluzione, che permetterebbe di diminuire il numero di dipendenti dell’azienda, per andare incontro alle misure prescritte dal nuovo decreto Salva Roma. Nei corridoi dell’amministrazione comunale girano già le prime bozze del piano, che partirebbe dai dirigenti, per poi puntare sugli altri dipendenti della municipalizzata. Il problema sono le norme: serve una deroga alla riforma Fornero, che potrebbe essere aggiunta proprio al Salva Roma, o far parte del Job act del nuovo premier. Sarà in ogni caso il primo passo di una strategia che va dalla ricognizione dell’intero settore culturale (con possibili cessioni) alla vendita del 40 per cento di Farmacap (che gestisce 44 farmacie comunali), e di parte degli immobili del Campidoglio.
IL DECRETO
Nelle norme varate dal governo Renzi si parla proprio di «ricognizione dei fabbisogni di personale nelle società partecipate». Una frase dietro la quale si intravede la richiesta di indicare piani di esubero e di ricollocazione del personale delle municipalizzate. Per Atac e Ama, che con i loro passivi sono state una delle cause principali del dissesto dei conti di Roma, è previsto anche l’obbligo di «adottare modelli innovativi per la gestione dei servizi» anche «ricorrendo alla liberalizzazione». E liberalizzare significa che il mercato dello spazzamento delle strade e quello dei trasporti saranno aperti alla concorrenza dei privati. In via Prenestina, intanto, è in fase avanzata la trattativa dei contratti di solidarietà, che potrebbero ridurre l’impegno lavorativo degli impiegati Atac di tre giorni al mese.
ASSEMBLEA STRAORDINARIA
È stata convocata per giovedì 13 la seduta straordinaria del consiglio comunale dedicata all’emergenza finanziaria della Capitale, chiesta già la scorsa settimana dall’ex sindaco Gianni Alemanno e fissata ieri dalla conferenza dei capigruppo. All’assemblea saranno invitati a partecipare i rappresentanti del Governo, della Regione e delle altre istituzioni cittadine, oltre ai rappresentanti delle categorie produttive, sociali e sindacali. «La seduta dovrà essere svolta in forma aperta coinvolgendo l’intera città - sottolinea il presidente del consiglio comunale Mirko Coratti - A conclusione dei lavori è previsto il voto su un documento di indirizzi».
600 mln
I fondi dalla gestione commissariale
al Campidoglio previsti dal Salva Roma ter
La maggioranza, spiega il coordinatore Fabrizio Panecaldo, porterà in aula Giulio Cesare «le proposte per superare questo passaggio delicato e decisivo, arricchendole nel confronto con tutti coloro che vogliono far ripartire la città». Secondo il capogruppo Pd Francesco D’Ausilio «è indispensabile costruire una sede di confronto con le forze produttive e del mondo del lavoro». Alessandro Onorato, capogruppo della Lista Marchini, si augura «che non si trasformi in un’inutile passerella: le imprese e la città non hanno più tempo da perdere». Critico Fabrizio Ghera (Fratelli d’Italia): «Marino non avrà più alibi, amministri Roma se ne è capace, altrimenti si dimetta e si vada a elezioni».
TEMPI LUNGHI
Resta il dubbio sulla tempistica: una simile emergenza, forse, necessitava di priorità assoluta. Oggi il consiglio esaminerà tre delibere: il regolamento per l’elezione dei consiglieri aggiunti, l’approvazione dei bilanci Farmacap e le modifiche al regolamento per la circolazione dei bus turistici nelle Ztl. Per giovedì è inoltre prevista una seduta straordinaria sull’attuazione delle politiche di pari opportunità nell’ambito del Comune di Roma: un tema di grande importanza, ma che avrebbe potuto anche essere esaminato dopo l’allarme sui conti del Campidoglio.