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Data: 05/03/2014
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Italicum solo per la Camera, intesa con FI Renzi: «Va bene, il Senato sarà riformato»

Il via libera con «disappunto» di Berlusconi . Dopo l’intesa ritirati molti emendamenti :da mercoledì l’esame in Aula

L’accordo sulla legge elettorale è sottoposto ai «paletti» di Forza Italia. Da Berlusconi sarebbe giunto al Pd un via libera di massima sull’Italicum, anche se resterebbero forti criticità sulle nuove modifiche. Intanto da Tunisi, dove è andato per il suo primo viaggio ufficiale, il premier Matteo Renzi ha parlato di «importante passo avanti sulla legge elettorale». E il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, assicura: «L’accordo non traballa, credo ci sia grande serietà da parte di tutti i partiti».

L’ESAME SLITTA A MERCOLEDÌ - In serata il Comitato dei nove, l’organismo ristretto che prepara i lavori dell’Aula della Camera, ha finito l’esame degli emendamenti al primo articolo della riforma elettorale, quello che stabilisce le norme sulla Camera. Il Pd già nel pomeriggio aveva ritirato tutti gli emendamenti non compresi nell’accordo con Forza Italia, tranne quello sulle parità di genere. Al termine della seduta sono risultati accantonati 22 emendamenti, per la maggior parte presentati da Ncd, sui quali non c’era il consenso di tutte le forze che hanno sottoscritto l’accordo. Il presidente della Commissione Affari costituzionali e relatori alla riforma, Francesco Paolo Sisto (Fi), ha detto di essere «moderatamente ma convintamente ottimista sul buon esito dell’accordo». Il Comitato si riunirà mercoledì alle 10.15 per sciogliere gli ultimi nodi, tra cui quello sulle quote rosa, prima dell’inizio dell’Aula previsto alle 10. 30.

RENZI DA TUNISI: «NON CAPISCO POLEMICHE» - «Se ho capito bene - ha sottolineato Renzi, che martedì sera intorno alle 22 ha lasciato Tunisi per dirigersi in Sicilia - sono in corso ancora delle riunioni. Credo sia molto importante arrivare a un modello in cui ci sia un vincitore certo». Ha aggiunto il premier: «Il fatto che il Senato abbia o meno una norma elettorale nel momento in cui abbiamo deciso di superarlo è secondario». «I cittadini devono sapere che andremo a votare solo per la Camera perché non voteremo più per il Senato - ha proseguito il premier -. L’assenza di una norma di salvaguardia è secondaria. Era questo che ci eravamo impegnati a fare». Infine la risposta a distanza al leader di Forza Italia: «Vorrei far notare a Berlusconi e a tutti che stiamo realizzando ciò che ci eravamo impegnati a fare. Le polemiche di oggi non le capisco. Vediamo se entro venerdì ci sarà legge elettorale e speriamo si chiuda dopo 20 anni la pagina delle riforme istituzionali».

BERLUSCONI: «DISAPPUNTO» - «Prendiamo atto con grave disappunto della difficoltà del presidente del Consiglio di garantire il sostegno della sua maggioranza agli accordi pubblicamente realizzati. Come ulteriore atto di collaborazione, nell’interesse del Paese, a un percorso riformatore verso un limpido bipolarismo e un ammodernamento dell’assetto istituzionale, manifestiamo la nostra disponibilità ad una soluzione ragionevole che, nel disegnare la nuova legge elettorale, ne limiti l’efficacia alla sola Camera dei Deputati, accettando lo spirito dell’emendamento 2.3». Lo ha affermato Silvio Berlusconi in una nota, riferendosi all’emendamento dell’esponente della minoranza Pd, D’Attorre, che prevede che l’Italicum valga solo per la Camera.

«NESSUN PATTO SEGRETO» - «Per il resto», prosegue la nota, «confermiamo integralmente l’accordo pubblicamente realizzato, senza alcun “patto segreto”, come maliziosamente insinuato da alcuni organi di stampa». «Ribadiamo dunque piena collaborazione su questo piano, e una chiara opposizione sui temi economici e sociali, e su tutto quanto, a partire dalla necessaria riduzione della pressione fiscale e del peso dello Stato, ci rende naturalmente alternativi alla sinistra», conclude la nota di Berlusconi.

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