PESCARA Un flash-mob al giorno toglie il cantiere di torno a corso Vittorio Emanuele. I commercianti hanno replicato la protesta alla rotatoria di via Teramo: ai cartelli di lunedì hanno aggiunto altri sempre contro l'Amministrazione comunale e, in particolare, contro Masci e Fiorilli, ritenuti gli artefici del progetto contestato fin dal primo momento. «Masci e Fiorilli a casa» è diventato infatti il refrain più gettonato durante il Carnevale, refrain che terrà banco per tutta la Quaresima. «La vera Quaresima - sbotta Nino Bettini di Confcommercio - è quella che subiamo noi da quando si sono messi in testa di affossarci con questa assurda idea della pedonalizzazione del corso». Sui cartelli, per una volta, ha trovato posto una dedica al sindaco Mascia, che tuttavia rimane defilato rispetto ai "grandi" responsabili. Se ormai gli ingorghi nelle ore di punta non fanno più notizia, fa notizia senz'altro il cantiere-lumaca: da venerdì, giorno di chiusura totale di corso Vittorio e al contrario di quanto sbandierato dal Comune che aveva chiesto accelerare per completare il primo tratto, i lavori vanno a rilento. Per Confcommercio la spiegazione è semplice: «Stanno aspettando il Tar, - il 20 marzo il Tribunale amministrativo regionale si pronuncerà nel merito sulla rotatoria e sulla strada parallela nell'area di risulta. Per questo vanno avanti solo con tre operai. Vedrete che dopo il 20 marzo qualcosa cambierà. Ma noi non ci stiamo e non possiamo aspettare quella data». Il perché è presto detto: col cantiere fermo e un bel pezzo di corso Vittorio deserto, c'è una nuova emergenza. «Il cantiere arriva quasi a ridosso delle nostre vetrine - attacca Ezio Ardizzi, presidente di Ascom - riducendo lo spazio per passare ad un budello e compromettendo la visibilità delle nostre aziende, specie nelle ore serali. È forte il rischio di atti vandalici e furti da parte di male intenzionati che potrebbero approfittare della situazione di scarso controllo e poca visibilità per agire quasi indisturbati». Quando i commercianti parlavano di desertificazione del corso si riferivano non solo alle conseguenze economiche, ma anche al problema sicurezza per la presenza di attività più a rischio di altre: «Parliamo di un tratto, quello che va dalla vecchia stazione a via Teramo, - aggiunge Ardizzi - sul quale insistono ben quattro gioiellerie e quindi particolarmente attraente per la microcriminalità. In considerazione del fatto che fino all'apertura del cantiere, la zona era abitualmente monitorata dal frequente passaggio delle auto delle forze dell'ordine, siamo a chiedere che venga garantita la presenza di una sorta di poliziotto di quartiere che a piedi possa pattugliare la zona del cantiere».
Segnala, infine, il problema della sicurezza per i pedoni «dovuto al fatto - conclude - che numerosi ciclisti, che prima utilizzavano l'asse stradale, adesso sono costretti a passare nel budello del ridotto marciapiede, causando evidenti pericoli all'incolumità dei passanti». Intanto in serata, quando i motori dei macchinari sono ormai spenti e sulla zona cala il buio, della strada si riappropriano automobilisti e ciclisti in barba a ogni divieto. Con grande rischio per tutti.