Ogni anno l’azienda spende 180 milioni per il gasolio, ma il dato dei rifornimenti non coincide con quello utilizzato
Carburante fuori controllo. Ogni anno in Atac vengono spesi circa 180 milioni di euro per l’acquisto del gasolio per rifornire mezzi e auto di servizio. Una cifra importante, che Atac non solo non ha praticamente mai contabilizzato seriamente, ma che ancora oggi viene annotata su semplici foglietti di carta. L’unico a misurare il carburante è il fornitore, in funzione dello svuotamento del serbatoio. È storia recente la denuncia del collegio sindacale, riportata anche in sede di Cda, che raccontava: «Durante i controlli in tutti i depositi per la fornitura del gasolio per autotrazione, sono emersi mancati e insufficienti controlli del personale preposto ai rifornimenti, incertezze sui quantitativi realmente forniti, incongruenze sulla fornitura, il tutto su una base contrattuale fonte di gravi disfunzioni e carenze sulle condizioni di fornitura e capitolato». Atac quindi ci ricasca anche con l’approvvigionamento di gasolio, come per molti altri generi di forniture, quali gli pneumatici, i dischi per la metro, la fornitura di programmi software, per non parlare del sistema di bigliettazione.
I BUCHI NERI
Ed è proprio il gasolio a sparire in azienda, spiega la commissione. Rubato in passato dagli stessi dipendenti, alcuni pizzicati in diretta e denunciati. Ma il vero problema, sempre secondo il collegio sindacale, è che il carburante viene acquistato con una semplice autocertificazione del fornitore, e quindi Atac non ha la possibilità di verificare come dovrebbe quanto gasolio finisce nelle cisterne e nei serbatoi dei mezzi. Salvo il conteggio fatto ogni volta che, a turno, le circa 200 cisterne vengono riempite. E qui nasce un altro problema sollevato dal collegio. La temperatura a cui viene fornito il gasolio, che potrebbe comportare gravi differenze sulla reale quantità contabilizzata.
Ma come avviene il rifornimento nei bus? L’autista arriva e lascia il pullman in rimessa. La notte, come tutte le notti nelle rimesse, le squadre addette ai movimenti dei mezzi (personale di cooperative esterne, quindi non dipendenti Atac) fanno il loro lavoro. Fra le manovre c’è quella del riempimento dei serbatoi dei bus. Ma in molti casi non vi sarebbe una reale corrispondenza tra il consumo del bus, il foglio di via dove viene registrato il singolo rifornimento e il totale del gasolio che entra ed esce dalle cisterne. Teoricamente ciascuna di queste cifre dovrebbe servire alla quadratura del sistema, e la somma della quantità dei litri segnati nei fogli di via, dovrebbe corrispondere alla quantità di gasolio infilato nelle cisterne.
IL RIMEDIO
E proprio per correre ai ripari, l’Atac sta preparando un nuovo bando (entro marzo) per la fornitura che prevede un sistema completamente differente. I numeri riguardano 120 milioni di litri per un importo di circa 170 milioni di euro. Ma invece che versare e autoconteggiarsi il gasolio, il fornitore avrà in gestione le cisterne. Sarà quindi installato un sistema di pompe di benzina informatizzato, capace di contabilizzare automaticamente il gasolio, cui potranno accedere solo dipendenti Atac. Così ogni litro di carburante che uscirà dai depositi sarà finalmente certificato.