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Data: 06/03/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Mercoledì pacchetto lavoro, scuola e casa». Il presidente del Consiglio a Siracusa: «Dobbiamo fare misure choc o sprechiamo la ripresa»

A imprenditori e sindaci: basta «passerelle» e «finti dualismi». «Mai più tavoli, “only e-mail”». Si invii un file Excell con domande concrete e il governo darà risposte concrete

SIRACUSA «Misure choc», per non «sprecare la ripresa». Matteo Renzi è al lavoro per la «rivoluzione» annunciata al momento della nascita del suo governo. Jobs act, piano casa, misure per la scuola: da qui si partirà mercoledì prossimo. Un «corposo» pacchetto di provvedimenti «molto importanti». Da portare avanti in parallelo con le riforme, che servono per eliminare i «freni» che imbrigliano il Paese. E provocare quel «sussulto» che dia all’Italia un «futuro», oltre a un passato da tutelare con ogni energia («Che aspettate» a intervenire a Pompei?, sfida gli imprenditori). Una «scommessa» così impegnativa non si vince in solitaria, come «un acrobata sul filo», ma «insieme». Per questo Renzi tiene fede al suo impegno di uscire da Palazzo Chigi («I miei domiciliari», scherza guardando il mare di Siracusa, all’uscita da un albergo che prima di lui ha ospitato Carlo Azeglio Ciampi e Winston Churchill) ed essere ogni settimana in una città d’Italia. Per ripartire dalla scuola. Ed essere vicino ai sindaci, lui che da ieri sindaco non è più, dopo aver «optato» per la carica di premier. Siracusa è la seconda tappa, dopo Treviso. Ad accoglierlo, applausi e auguri («Durare 80 anni? Politicamente sarei per durare poco», dice a un vecchietto), ma anche gruppetti eterogenei di contestatori, dai 5 Stelle che chiedono le elezioni, ai precari che chiedono lavoro. Di lavoro Renzi parla nella scuola Raisi. Con gli insegnanti, che «sono pagati poco, ma sono il cardine per far ripartire il Paese», se le aule torneranno a essere «patria di bellezza e cultura». Ma ne parla anche con i bambini: «Anche alcuni dei vostri genitori forse sono in difficoltà - dice - è il momento più difficile da trent’anni per chi perde il lavoro, bisogna fare uno sforzo vero». Lo «sforzo vero» del governo Renzi inizia dal jobs act. Ma non si ferma lì. Mette subito mano anche alla scuola, con un piano di edilizia che ha come ricaduta anche la creazione di posti di lavoro e per il quale sono «pronti» due miliardi di euro. L’annuncio ufficiale sarà mercoledì prossimo, quando il premier presenterà anche quel piano casa che avrebbe dovuto essere in Cdm venerdì, ma al quale si stanno apportando alcune modifiche. Di queste misure il premier parla con i sindaci, gli imprenditori e i sindacati che incontra nel municipio di Siracusa. A loro l’invito a una concretezza che metta al bando «passerelle» e «finti dualismi». «Mai più tavoli, “only e-mail”», è lo slogan che sintetizza un metodo di lavoro: si invii al sottosegretario Graziano Delrio un file Excell con domande concrete e il governo si impegnerà a dare risposte concrete, spiega agli imprenditori Renzi, che anche ai Forconi promette un incontro a Palazzo Chigi. «Sbloccare il patto di stabilità» per il Nord, garantire un migliore impiego dei fondi europei al Sud. E poi fare in modo che vengano utilizzati i soldi che ci sono per il dissesto idrogeologico («un miliardo o due»). Interventi concreti, prospetta Renzi ai sindaci. «Vi faremo scatenare», promette ai primi cittadini in difficoltà come il sindaco di Lentini, che gli annuncia che domani si incatenerà in tribunale. Anche le riforme della politica e delle istituzioni sono per loro, sindaci e cittadini. Sulla riforma del Senato «mi gioco la vittoria della mia scommessa. Se non saremo in grado di farla avremo perso anche se l’economia riparte», dichiara Renzi. Consapevole che molti lo guardano camminare «sul filo» interrogandosi se cadrà. Ma senza lasciarsi scoraggiare: «Mi prendono in giro perché annuncio una misura al mese - dice il premier - Ma non c’è alternativa».

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