Aumentano i disservizi collegati alla chiusura di corso Vittorio Una fermata su un cordolo e in via De Gasperi c’è una laguna
PESCARA Gli spostamenti, da un punto all’altro, faticosi soprattutto per gli anziani; gli orari sballati; l’assenza di un riparo dalla pioggia; le lunghe attese, per poi vedersi arrivare tutti insieme più autobus della stessa linea. Per non parlare poi di quelle fermate per le quali la pioggia, creando delle pozzanghere, costringe i pendolari a scendere in strada ad aspettare gli autobus. Sono alcuni dei disagi emersi nella giornata di ieri tra i viaggiatori in attesa alla fermata provvisoria, collocata in via Nicola Pavone e Alfredo Bassani, di fronte alla stazione ferroviaria, istituita dopo la soppressione temporanea delle fermate presenti in corso Vittorio Emanuele, nel tratto ora chiuso per i lavori di riqualificazione. Davanti alla stazione adesso sono sei le linee della Gtm, l’azienda che gestisce i trasporti metropolitani, a transitare. Sono il 2, il 3, il 38, 6, l’8 e il 14. Si sale su un marciapiede, poco più ampio di un cordolo, roba da equilibristi o quasi, tra l’altro impossibile da valicare per un disabile in carrozzella, senza un riparo e con il rischio di farsi inzuppare dagli autobus che sfrecciano dopo la partenza dal terminal, i quali in quel punto svoltano per immettersi su via Pavone-Bassani. Poi si comincia a guardare l'orologio. «Uno dei problemi è l’orario», si lamenta Mirella Pianino, di Montesilvano. «A volte arrivano con ritardi di trenta minuti. Il punto è che sto rischiando in questi giorni di arrivare tardi al lavoro. E aggiungiamoci che devo percorrere molte centinaia di metri per prendere l’autobus». Non è contenta neanche Antonietta Renzetti, un’anziana signora che deve tornare a Cappelle sul Tavo: «Stamattina, provenendo dall’ospedale, ho impiegato mezza giornata per capire dove fosse la fermata». «A Pescara vengo molto di rado e oggi mi sono molto affaticata». Disappunti che arrivano anche da due studenti universitari. Abito in via Firenze», spiega Alfredo, originario di Foggia, venuto a studiare soccologia all’unversità d’Annunzio. «E se prima avevo la fermata a due passi, ora devo farmi a piedi un bel pezzo. Ma l’aspetto peggiore è che a volte gli autobus, dopo un lungo ritardo, si accavallano in tre tutti insieme». Gli fa eco Francesca Falconieri, di Montesilvano, che inoltre introduce il tema degli ingorghi stradali: «Ora in viale D’Annunzio si formano spesso delle lunghe code». «Ho trovato un sacco di cambiamenti», si unisce al coro Concetta, di Pescara. «Era da tempo che non prendevo l’autobus e oggi mi sento davvero spaesata». Non va meglio ai tassisti, davanti allo scalo. «Con tutti i cantieri adesso aperti in città», dice uno di loro che chiede l’anonimato, «gli intasamenti stradali sono aumentati e di conseguenza sono lievitati anche i costi di una corsa, tanto che i clienti si lamentano. Ma non è colpa nostra, naturalmente. Il tassametro va avanti anche se la macchina è ferma e imbottigliata». A patire l’emergenza sono anche i pendolari che abitualmente vanno alla fermata degli autobus di via de Gasperi, lato monte. Ieri mattina, per via della pioggia, un’ampia pozzanghera vietava la possibilità di attendere i mezzi sul marciapiede, e dunque erano tutti in strada ad aspettare i bus. Con tutti i rischi connessi.