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Pescara, 25/11/2024
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Data: 07/03/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Il porto non decolla gli operatori «Serve il dragaggio» Movimentazione delle merci in calo di 700 mila tonnellate

Una posizione geografica strategica, la porta di Roma sull'Adriatico, interfaccia privilegiata con i Balcani dove, in questo momento, si indirizzano le maggiori rotte commerciali: le potenzialità del bacino ortonese sono evidenti al di là dei campanilismi, eppure il porto non decolla, i dati delle movimentazioni merci nel 2013 parlano chiaro con un calo di quasi 700 mila tonnellate. Il totale delle merci liquide sbarcate è stato di 575 mila e 133 tonnellate, la merce secca sbarcata è stata di 405 mila e 35 tonnellate, quella secca imbarcata 48 mila e 621 tonnellate per un totale di 1 milione e 28 mila 789 tonnellate. Nel 2012 le merci movimentate erano state però pari ad un milione 721 mila 910 con un calo quindi di 693 mila e 121 tonnellate. Calo equamente distribuito in ogni tipologia di merce. Il maggiore quantitativo delle merci movimentate al porto è dato dal deposito Eni con lo scarico di gasolio, 468 mila e 159 tonnellate, e benzina, 106 mila 974 tonnellate. Nella categoria delle merci secche sbarcate i numeri maggiori sono dati dal sale e cemento che superano le 80 mila tonnellate ciascuno, seguono la vergella, la farina, il grano. Si movimentano anche sansa, scaglie di vetro, soda, pet coke e impiantistica. Nell'imbarco primeggiano le ecoballe con 12 mila tonnellate, i tubi con 10 mila 550 tonnellate, le torri eoliche e i serbatoi.
Guardando i numeri, è facile capire come le grandi potenzialità del porto e la professionalità di chi vi opera devono essere supportate dal potenziamento delle infrastrutture come chiedono, da tempo, gli operatori portuali riuniti nella Rete portuale. Innanzitutto adeguare i fondali della banchina di riva e soprattutto dell'imboccatura, il completamento del raccordo porto autostrada e dotarsi di un nuovo piano regolatore che, nonostante gli annunci di imminenti passaggi in consiglio comunale per l'adozione, è ancora in una fase di studio preliminare. Senza dimenticare, come rimarca la presidentessa della Rete portuale, Barbara Napoliello, la vicenda della recinzione portuale mirata a mettere in sicurezza l'area: «I lavori, curati dal provveditorato alle opere marittime, non sono stati condivisi con gli operatori e, dopo le proteste delle imprese, sono ora oggetto di variante in quanto di ostacolo alla piena operatività delle aziende. Il primo lotto però, da poco completato, ha di fatto ha ingabbiato un'azienda, Ortona navi, che movimenta le navi in estrema difficoltà». Poco contano le potenzialità se gli operatori non vengono messi in condizione di lavorare al meglio e se il porto non è pienamente accessibile da navi che movimentano grandi quantitativi di merci.

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