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Data: 08/03/2014
Testata giornalistica: La Repubblica
Camusso mette in guardia Renzi: "Rischi il culto della personalità". E critica duramente il Jobs Act

ROMA - La canzoncina dedicata ieri a Matteo Renzi dai bambini di una scuola elementare di Siracusa ha scatenato molte polemiche, specialmente da parte del Movimento Cinque Stelle. Ma oggi è Susanna Camusso a mettere in guardia il premier: "Attento, rischi il culto della personalità", lo ammonisce il leader della Cgil, che torna sul piede di guerra dopo i segnali di distensione dei mesi scorsi e una iniziale apertura nei confronti del Jobs Act.

"Matteo Renzi - sostiene Camusso - rischia di confondere un'azione di riavvicinamento della politica al Paese con il culto della personalità". Ma la leader della Cgil non si limita solo a fornire al premier consigli di stile. La sua è una critica dura, al limite della bocciatura, sui contenuti riguardanti la riforma del lavoro proposta dal nuovo esecutivo, a partire dal piano sul cuneo fiscale che viene giudicato "insufficiente": "I cinque miliardi di risorse che il governo prevede di ricavare dal taglio alla spesa pubblica e destinare al taglio del cuneo fiscale - sostiene Camusso nel suo intervento al congresso provinciale di Brescia del sindacato- è una misura ancora lontana dall'avere quell'effetto choc che il presidente del Consiglio aveva annunciato in Parlamento".

"Ho la sensazione - prosegue - che ci stiamo riraccontando la legge di stabilità che prevedeva un fondo destinato a ridurre la tassazione sulle imprese e sui lavoratori alimentato direttamente dai tagli di spesa e dagli eventuali proventi del rientro dei capitali".

Secondo la sindacalista "se è di nuovo quella cosa lì era insufficiente a dicembre e non diventa sufficiente adesso". "Sento il governo - aggiunge - continuare a parlare di aliquote Irpef e non va bene, perchè così si dà una risposta ai lavoratori e agli evasori contemporaneamente". La Cgil invece ritiene che "si debba agire sulle detrazioni dei lavoratori dipendenti e dei pensionati".

Il segretario generale della Cgil si augura, inoltre, che il Jobs Act annunciato da Renzi "non sia l'ennesima moltiplicazione delle forme di ingresso al lavoro e quindi della precarietà". A suo avviso "sarebbe utile, per mettere ordine al sistema, che si comincino a tagliare tutte le forme di precarietà e poi, a quel punto, si può discutere anche di contratto unico".

"Bisogna partire da un piano del lavoro e dalla necessitò di creare occupazione - sostiene la Camusso - e da alcuni temi che potrebbero determinare un serio e significativo investimento pubblico per creare posti di lavoro, che sono la cura di cui ha bisogno la nostra economia per riprendersi". Tra le altre indicazioni del segretario generale della Cgil c'è "la creazione di un sistema di ammortizzatori sociali universale, perché oggi è diseguale e ci costringe in pochi mesi a chiedere le risorse per l'anno precedente e quello in corso". Un sistema che "ancora sia fatto di contribuzione delle imprese e di fiscalità generale, perchè la contribuzione dei lavoratori e delle imprese da sola non è sufficiente".

"Il tema oggi - aggiunge a proposito della possibile esenzione per 3 anni dell'articolo 18 previsto nel Jobs Act- non è quello dei licenziamenti ma delle assunzioni". "Servono politiche per creare il lavoro - continua - e per non far fuggire non solo i cervelli ma anche la manodopera giovanile, altrimenti creiamo un debito straordinario sui nostri figli e sui nostri nipoti progettando un paese di poveri".

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