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Pescara, 25/11/2024
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08/03/2014
Il Centro
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Lavoro, gelo premier-Cgil Camusso: «Ci sottovaluta». La leader sindacale: chiediamo risposte, non fermarsi a parlare solo di regole |
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ROMA Mercoledì Renzi presenterà le sue proposte su sviluppo e occupazione. Ma viene allo scoperto lo scontro che cova da settimane tra lui e la Cgil. Il pretesto è stato un ironico tweet di Gaetano Sateriale, stretto collaboratore della Camusso: «Matteo Renzi parla di lavoro e crescita: si sarà mica iscritto alla Cgil»? La risposta del presidente del Consiglio non è stata diplomatica: «Tranquillo Gaetano, è un rischio che non corro! Né io, né la Cgil». Lo scambio di battute evidenzia una robusta diffidenza tra il maggiore sindacato italiano e il leader democratico. Renzi e Camusso non si sono mai ancora ufficialmente incontrati. E la leader della Cgil non ha mancato, nei giorni scorsi, di criticare sia il rischio «culto della personalità» di Renzi che le sue scelte annunciate in politica economica (cuneo fiscale e jobs act). Per questo la risposta di Susanna Camusso non si è limitata a una battuta. «Il nostro presidente del Consiglio ha un grande amore per gli strumenti mediatici. Ci dice di stare tranquilli che non s’iscriverà mai alla Cgil? Io non sono tranquilla per lui, perché un lavoratore che pensa che non verrà alla Cgil, forse fa un grave errore». Camusso ritiene che il governo «sottovaluti molto il rapporto con le parti sociali e abbia un’idea della rappresentanza che è più fatta di presenze individuali che non della funzione sociale della rappresentanza». Dunque, «né tweet e né televoto possono sostituire la partecipazione». Che cosa chiede dunque la Cgil? «Attende con ansia una proposta del governo perché è importante e può determinare anche delle risposte». Ma non ci si deve «fermare alle regole» quanto invece «a come creare eguaglianza e posti di lavoro». C’è attesa per il jobs act di mercoledì ma nel frattempo la più grande confederazione chiede «di cancellare le forme di precarietà» come condizione «per discutere un minuto dopo del contratto unico. Se invece l’idea è aggiungere un’altra forma, il supermarket è già affollato». Per questo motivo la Cgil lancia un monito a Renzi: «Il tempo non è infinito, la crisi ha segnato cose così pesanti nella condizione sociale e nel disagio che cresce. Non si può più perdere altro tempo. Se dai un calendario senza dire il merito che affronti, è solo un calendario». Il governo presenterà un progetto che, secondo gli annunci di Renzi, dovrà essere uno choc. Il viceministro all’Economia, Enrico Morando ritiene ad esempio che sul cuneo fiscale serva «un intervento molto forte» e che nei prossimi giorni si deciderà «se puntare sulle imprese o sui lavoratori». Morando ritiene che si debba intervenire «sull’Irap che grava sulle imprese» perché «alleggerendo le piccole e piccolissime aziende» avremmo «risultati immediati» in termini di occupazione. Morando annuncia un secondo passo «tagliando appena possibile l’Irpef ai lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi». Per uscire da una logica emergenziale il primo punto dovrà essere il pagamento dei debiti commerciali della pubblica amministrazione verso le imprese. «Una misura choc per dare liquidità all’economia, parliamo di 50 miliardi direttamente erogati alle aziende nel 2014, più di tre punti di Pil». Intanto è il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti - ex presidente della Legacoop - ad avviare i primi contatti con le forze sociali. Ieri ha incontrato il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi che però parla di «normale incontro di contatto» senza temi specifici sul tavolo, anche perché il dossier sul jobs act non è ancora «nella forma definitiva». Raffaele Bonanni, leader della Cgil, pone invece due questioni: che il governo tagli subito le tasse sulle buste paga e che apra un tavolo di confronto sulla Cig in deroga: «Non si gioca con centinaia di migliaia di persone». Ieri Poletti aveva annunciato che a metà anno sarebbero terminati i fondi per la Cig in deroga. «Credo che il governo debba fare qualcosa per rimpinguare la cassa, in modo tale da dare certezza alle persone». Anche il deputato del Pd Cesare Damiano chiede il rifinanziamento per l’intero 2014.
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