TERAMO Non ci sta, Letizia Marinelli, a portare addosso la lettera scarlatta, e ieri mattina, a Teramo, se l'è staccata dal petto partecipando alla conferenza stampa di presentazione di Casa Maia, la seconda casa rifugio abruzzese dedicata alle donne vittime di violenza.
La Consigliera di Pari opportunità della Regione, che nelle scorse settimane ha occupato pagine e siti web di tutte le testate giornalistiche abruzesi e nazionali come la donna che ha condiviso l'ormai celebre stanza 114 di un albergo romano con il presidente della Regione Gianni Chiodi, è arrivata a sorpresa nella sala della giunta della Provincia teramana, dove si stava svolgendo la conferenza stampa organizzata dal Comitato Pari opportunità.
Al suo ingresso, gelo ed imbarazzo tra i presenti: la sua partecipazione non era stata prevista, tanto che tutte le sedie erano ormai state occupate. La Consigliera ha però preso la parola, ringraziando, polemicamente, per non essere stata invitata. Lo sfogo è continuato a margine della conferenza e poi, anche su Facebook.
«Sono stata io -ha sottolineato- ad aver avviato il progetto di Casa Maia nel 2012, a convocare i partner dell'iniziativa e ad attivarmi per trovare i fondi necessari, mi sento parte di questo progetto per cui ho lavorato e non vedo perché dovrei nascondermi».
Letizia Marinelli ha anche affermato che ciò che le brucia di più è la discriminazione e l'isolamento sul piano professionale: «Seguivo tanti progetti, che poi mi sono stati bloccati», e cita l'esempio del corso di perfezionamento per Esperti in politiche di pari opportunità dell'Unidav, di cui non è più coordinatrice. «Mi hanno buttato fuori», ha detto senza mezzi termini.
E poi l'attacco agli stessi organismi di Pari opportunità, colpevoli, a suo dire, di averla isolata, e alla Commissione regionale che, con un comunicato stampa all'indomani della vicenda, avrebbe contribuito a rendere il suo nome di pubblico dominio. Poche parole, invece, sul presidente Gianni Chiodi: «Non ci sentiamo più, ma è stata una questione importante». Alle voci di una sua possibile candidatura ha risposto: «Se ci sarà la necessità lo farò, intanto sono disposta a parlare con tutti i candidati per discutere i loro programmi per le donne».