Ricostruire il lavoro è lo slogan del quarto congresso provinciale della Cgil, in programma giovedì e venerdì prossimo all’auditorium del Parco, e che vede la presenza di Danilo Barbi, segretario nazionale del sindacato. Il leit motiv del sindacato non poteva essere diverso, d’altronde: la provincia aquilana, infatti, in Abruzzo ha collezionato il triste primato riservato alle difficoltà della crisi occupazionale. «Tutto il nostro territorio ha il tasso maggiore di disoccupazione rispetto alle altre province abruzzesi - ha spiegato ieri mattina il segretario provinciale della Cgil Umberto Trasatti, durante la presentazione del simposio -. Basta, purtroppo, snocciolare i dati Istat: l’inoccupazione è salita dall’8.6% del 2008 al 12.5% dello scorso anno. Inoltre siamo anche al di sopra della media nazionale. Gli occupati, rispetto ai potenziali lavoratori (persone dai 16 ai 64 anni, ndr) sono scesi negli ultimi 5 anni dal 57.7% al 54.2%». Una situazione da rabbrividire. «A chi non ha più il lavoro - ha aggiunto Trasatti - bisogna sommare anche gli individui, che per ora, sono assistiti con la cassa integrazione straordinaria e in deroga. Questi lavoratori oramai si possono definire disoccupati, perché conclusa questa forma di assistenza non avranno più un lavoro. Ebbene i disoccupati insieme ai cassintegrati vedono 7.500 persone con le braccia incrociate. L’altro dato negativo è che le ore di cassa integrazione concesse alla provincia dall’Inps nel 2013 sono state oltre 10 milioni rispetto alle 850 mila di 5 anni fa».
Il congresso della Cgil servirà anche a fare il punto della situazione. «Non è vero che la ricostruzione è ferma - ha spiegato Trasatti - perché aumentano le imprese impegnate nel cratere anche se ad aprile c’è il rischio che non ci saranno più fondi per ristrutturare gli immobili. Dai dati della Cassa edile si evince che nel 2012 erano 1.285 le imprese e 6.887 i lavoratori assorbiti nei cantieri, mentre nel lo scorso anno si è passati a 1.702 ditte e a quasi 9.995 maestranze. La ricostruzione non può essere solo la panacea di tutti i mali». Quindi Trasatti ha ricordato che «sono ancora fermi i 100 milioni riservati alle attività produttive, grazie al 5% dei fondi destinati alla ricostruzione, che potrebbero muovere progetti per 400 milioni. Insomma si da respiro alle imprese, con la possibilità di nuovi posti di lavoro. Questa prospettiva è molto importante e non deve svanire». Oltre all’area del cratere, preoccupano non poco la crisi industriale della Valle Peligna e della Marsica. «Al Governo - ha concluso Trasatti - chiediamo politiche industriali di settore urgenti. Non c’è più tempo per aspettare. Si confida che alle prossime elezioni regionali esca un esecutivo abruzzese che pensi di più, rispetto all’attuale, alla politica sul lavoro».