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Data: 09/03/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tagli Irap-Irpef governo diviso. Renzi: «Ancora non ho deciso». Padoan preferisce agevolare le imprese, Delrio i lavoratori

ROMA «Non ho ancora deciso, le ipotesi che girano sono solo ipotesi e nient’altro». Matteo Renzi non ha preso bene le indiscrezioni che circolano sul taglio del cuneo fiscale. E ancora meno bene ha preso il braccio di ferro all’interno del governo. Lui e il suo sottosegretario Graziano Delrio, più tutta la minoranza democrat, sarebbero ormai orientati a sforbiciare l’Irpef «per mettere soldi sonanti in tasca ai lavoratori e spingere i consumi».
Ma i ministri economici Pier Carlo Padoan e Federica Guidi, più il vice all’Economia, Enrico Morando, spingono dalla parte opposta. Al grido: tagliamo l’Irap per aiutare le imprese e favorire l’occupazione, solo così aumenteranno i consumi.
LE SCELTE
In gioco c’è un gruzzolo di 10 miliardi. Dieci miliardi che entro mercoledì Renzi e i suoi ministri dovranno decidere a chi destinare. Senza escludere un intervento a tappe. Prima il taglio dell’Irpef e poi, quando arriveranno nuovi frutti dalla spending review o nuove entrate una tantum, la sforbiciata dell’Irap. Ma il premier, forse anche per mettere in secondo piano lo scontro nel governo, preferisce prendersela con la anticipazioni e le indiscrezioni. Il timore di Renzi è che gli annunci finiscano per appannare il suo lavoro: «Perché se farò una cosa invece di un’altra, poi diranno che ho cambiato idea. Che ho fatto retromarcia. In più, così facendo, si armano le tifoserie in modo ingiustificato e prima del tempo». Prima di mercoledì, quando il governo dovrebbe varare anche il jobs act, il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione, il piano casa, gli interventi a favore delle scuole. Con un problema non da poco: all’Economia sono ancora a caccia dei soldi con cui coprire tutti gli interventi.
Renzi ha trascorso la giornata a palazzo Chigi per mettere a punto, insieme a Delrio, i dossier. E solo in serata, dopo una telefonata con Barack Obama sulla crisi ucraina, ha raggiunto la famiglia a Pontassieve. In valigia il premier ha portato anche un po’ d’irritazione: «E’ partito un derby tra chi vuole il taglio dell’Irpef e chi invece preferirebbe sforbiciare l’Irap», ha confidato, «tutti si accapigliano, dimenticando che questo è il primo governo che non aumenterà le tasse, ma anzi le taglierà».
Da palazzo Chigi fanno sapere che il sottosegretario Delrio, il ministro dell’Economia Padoan, i tecnici del Tesoro e della Ragioneria «lavorano a pieno regime». E lavoreranno fino alla vigilia del Consiglio dei ministri di mercoledì: «Si fanno simulazioni, si individuano le coperture. Si cerca di trovare, insomma, la soluzione di maggiore impatto e utilità». Senza escludere l’ipotesi delle due tappe (prima Irpef e poi Irap) e «soluzioni mix». Vale a dire: spalmare i 10 miliardi di tagli tra Irpef e Irap. Evitando però il famoso “effetto pizza”: un intervento (come è accaduto al governo Letta) non percepito né dalle imprese, né dai lavoratori.
C’è da dire che Renzi ha più volte detto che avrebbe tagliato l’Irap. L’ultima è stata a Treviso mercoledì 26 febbraio, appena incassata la fiducia, quando parlò di una sforbiciata del 30% utilizzando per intero il gruzzolo da 10 miliardi. Ma negli ultimi giorni il premier ha cominciato a valutare l’impatto che la riduzione dell’Irpef avrebbe sui consumi e sui redditi più bassi. «Anche perché in soccorso delle imprese», sostiene una fonte autorevole del Tesoro, «arriverà in ogni caso il rimborso dei crediti vantati presso la Pubblica amministrazione». Un’ipotesi in campo - come ha scritto Repubblica - è il taglio all’Irpef per i redditi fino a 25mila euro, con un beneficio di 80 euro netti al mese. Soluzione che ha subito spinto Cisl e Uil a festeggiare. E il viceministro dello Sviluppo, Carlo Calenda, a protestare con fermezza: «Concentrare tutte le risorse disponibili sul taglio dell'Irap è fondamentale per rimettere in moto la crescita e l'occupazione».

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