PESCARA Sanità, infrastrutture, ambiente e cultura: sono questi gli argomenti che hanno tenuto banco nel confronto tra i 3 candidati alle primarie del centrosinistra per le regionali abruzzesi. Franco Caramanico (Sel), Luciano D'Alfonso (Pd) e Alfonso Mascitelli (Sel) al Teatro Massimo di Pescara si sono sfidati nell'ultimo giorno di campagna elettorale prima della apertura dei seggi oggi. Ampio spazio alle critiche sulla Giunta Chiodi, ma anche proposte per il governo regionale che verrà qualora le urne dovessero premiare il centrosinistra. Reddito di solidarietà da parte di Caramanico e Mascitelli, infrastrutture strategiche per lo sviluppo per D'Alfonso, critiche da tutti sullo stato della sanità dopo gli anni di commissariamento Chiodi. «Conti in pareggio, ma è sparita la sanità in Abruzzo», ha detto Caramanico. Tra i momenti peggiori della Giunta uscente la scarsa attenzione per la cultura con l'ex sindaco di Pescara che ha volutamente citato Luigi De Fanis, l'ex assessore arrestato nel novembre scorso, del «riformismo cartaceo» da parte di Mascitelli, e una «invalidità civile» specie si ci si riferisce al porto di Pescara per quanto riguarda D'Alfonso. In platea oltre alla presenza di esponenti dei partiti che appoggiano le primarie, Franco Marini (Pd), Giovanni Lolli, Gianni Melilla (Sel), oltre ai candidati alle primarie per le comunali a Pescara, c'era anche il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. È L'Aquila infatti è stata l'elementi unificante di tutti gli interventi, che hanno voluto rimarcare la ricostruzione del capoluogo come cruciale per tutte le vicende della Regione. Nel centrodestra c’è attesa per l’evento del 13 a Pescara dove Gianni Chiodi lancerà la sua ricandidatura alla Regione. Ieri un esponente storico di Forza Italia, Giuseppe Tagliente, attuale consigliere regionale ed ex presidente del Consiglio regionale ha chiesto le primarie per la Regione. «Sarà di nuovo Chiodi, come alcuni voci non confermate vorrebbero, oppure un altro?», si chiede Tagliente, «non avere notizie al riguardo, a poche settimane dalla presentazione delle liste e mentre a sinistra i giochi sono praticamente già conclusi, rappresenta un fattore di incertezza grave e di sbandamento e un pericolo serio anche riguardo al risultato finale. È indispensabile dunque far presto», aggiunge, «e, se la indicazione del candidato presidente non dovesse arrivar nemmeno il 13 marzo prossimo con la classica telefonata battesimale di Berlusconi durante la manifestazione regionale indetta da Forza Italia, sarebbe assolutamente preoccupante per il destino del centrodestra abruzzese rimanere confinato nel limbo dell'attesa di un cenno messianico d'assenso, e non mostrare invece un sussulto d'orgoglio e di senso di responsabilità nei confronti dell'elettorato e delle stesse forze alleate». Dunque si vada alle primarie di coalizione, dice Tagliente.