ROMA Non molla Matteo Renzi. I dieci miliardi di taglio al cuneo fiscale li vuole tutti, o quasi, concentrati sulle famiglie perché «le imprese hanno avuto e altro avranno». Il passaggio in tv di ieri sera da Fabio Fazio è servito al premier non tanto per ufficializzare una decisione che verrà presa dopodomani in consiglio dei ministri, quanto per mandare messaggi chiari a sindacati e Confindustria - che, a diverso titolo e con differenti argomenti, protestano per non essere stati coinvolti nella decisione - e a Bruxelles che oggi dovrà fare i conti con una decisione che a Roma si dà già per acquisita.
REMARE
Impermeabile ai riti concertativi, ai tavoli e alle convocazioni a palazzo Chigi, Renzi tira diritto e non sembra voler condividere con nessuno la scelta di destinare un così ingente gruzzolo di risorse ai redditi più bassi. Uno sgravio che, come promesso nella campagna elettorale per le primarie, dovrebbe portare nelle tasche delle famiglie dagli ottanta ai cento euro al mese. Una cifra considerevole per le fasce più basse di reddito. Uno stock di risorse in grado però di drenare tutte le risorse disponibili lasciando alle imprese una serie di seppur importanti provvedimenti a costo zero e che agiscono sulla burocrazia e sullo snellimento delle procedure fiscali. Le resistenze a Renzi non sono però solo esterne, ma anche interne al governo.
COMMISSARI
Oggi il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan sarà a Bruxelles per la riunione dei ministri dell’Economia e domani per il summit Ecofin. Un debutto non facile visto che Padoan dovrà spiegare l’agenda economica del governo contestualmente all’imminente varo di un pacchetto di provvedimenti che hanno già allarmato gli eurocrati della Commissione. In buona sostanza il titolare di via XX Settembre dovrà tornare mercoledì mattina a Roma con il testo del provvedimento di taglio delle tasse in tempo per il consiglio dei ministri. Le cautele del ministro dell’Economia sull’opportunità di destinare il taglio solo all’Irpef sono forti. Così come le resistenze del ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi che ritiene più opportuno mantenersi nella scia del precedente governo che aveva previsto una riduzione in tre anni del cuneo fiscale. Forti dubbi serpeggiano anche in Scelta Civica dove la senatrice Lanzillotta ricorda a Renzi che il taglio dell’Irap «è un punto del patto di coalizione». L’ipotesi, e la speranza, che alla fine si trovi un equilibrio percentualmente suddiviso tra un settanta per cento da destinare all’Irpef e un trenta all’Irap viene sostenuto dal Nuovo Centrodestra di Alfano che al ministero dell’Economia conta sul viceministro Luigi Casero.
ELEZIONI
Ovviamente a pesare sulle scelte di Renzi non c’è solo la volontà di dare subito un immediato scossone ai consumi - opportunità che dovrebbe essere condivisa anche dai commercianti di Sangalli - ma anche il non trascurabile effetto che un provvedimento del genere avrebbe sul Pd in vista delle elezioni Europee. Il presidente del Consiglio ha infatti calcolato che il primo effetto in busta paga dovrebbe vedersi a fine aprile in modo da dare alle famiglie i cento euro in più da spendere proprio nel mese elettorale. La popolarità del gesto è fortissima e Renzi ne è consapevole al punto da inchiodare i sindacati ad un applauso forzato proprio nel giorno in cui il premier li invita a mettere i propri bilanci online. Di fatto quella di Renzi è anche una sfida a Bruxelles perché mai come in questa occasione un taglio così corposo alle tasse avverrà senza un preventivo vaglio dei commissari. D’altra parte, come accaduto ieri sera in tv, Renzi non ”vende” agli elettori, e a Bruxelles, solo il taglio delle tasse, ma anche un corposo pacchetto di riforme istituzionali che dovrebbero rilanciare il Paese e renderlo più efficiente. Una promessa che, per ora, lascia i mercati tranquilli e fa scendere lo spread.