«Vi invitiamo a usare guanti di cotone o in lattice per la vendita dei biglietti Atac». È questo il messaggio contenuto nella circolare diramata lo scorso 28 febbraio ai giornalai e tabaccai romani dai sindacati Cisl e Uil della categoria. Come già spiegato nell’edizione del 18 febbraio de Il Tempo , i biglietti Metrebus, che ogni giorno passano di mano in mano tra rivenditori e passeggeri dei mezzi pubblici, sarebbero nocivi per la salute. Conterrebbero, infatti, bisfenolo A: una sostanza ritenuta tossica. A rivelarlo è la relazione tecnica-investigativa sui titoli di viaggio commissionata dall’Atac a un pool napoletano di esperti e consegnata nell’agosto del 2012 alla procura di Roma, ancora alle prese con l’indagine sulle falle nel sistema di bigliettazione e su eventuali responsabilità in episodi di clonazione dei ticket.
«Siamo venuti a conoscenza - si legge nella circolare destinata ai titolari dei circa 1.200 punti vendita - che i titoli di viaggio possono essere nocivi alla salute di chi li manipola quotidianamente nell’attività di vendita, soprattutto in quantità elevate, oltre che determinare condizioni di pericolo ambientale dovuto al mancato smaltimento dei biglietti usati. Ciò avviene perché nelle procedure di stampa viene usata una sostanza chiamata Bisfenolo A (Bpa), altamente tossica quando viene assunta in dosi superiori ai termini di tolleranza giornaliera indicata dalla legge europea». E l’indagine commissionata dall’Atac ai consulenti esterni spiega bene le conseguenze sulla salute: «Numerosi studi, ricerche e sperimentazioni hanno dimostrato l’effetto particolarmente nocivo di Bpa nei riguardi del sistema endocrino, in particolare l’apparato genitale maschile, e specialmente nei bambini e neonati, oltre che nella fase pre-natale». «In considerazione dell’elevato maneggio dei titoli di viaggio Atac - conclude il report - per quanto al momento non obbligatorio, sarebbe opportuno evitare l’impiego di carta termica contenente Bisfenolo A».
Dal canto suo l’azienda del trasporto ha rassicurato che la carta dei biglietti non contiene sostanze nocive ed è conforme a tutte le direttive comunitarie in materia di salute e sicurezza, senza però aver voluto specificare quale sia il tipo di carta utilizzato. «Non vogliamo creare eccessivo allarmismo - si legge nella circolare firmata dal segretario generale Cisl-tabaccai, Massimo Cenci, e dal presidente nazionale Uil-giornalai, Enzo Bardi - ma dare semplicemente dei consigli per evitare eventuali ulteriori danni alla salute, in attesa che venga confermata l’attuale pericolosità del quantitativo di Bisfenolo A contenuto nei biglietti Atac. Pertanto vi invitiamo a usare, quale mera precauzione, guanti di cotone o in lattice, evitando di toccarsi il viso o gli occhi durante o dopo l’uso dei guanti stessi. Poiché l’eventuale assunzione e contagio avviene attraverso la pelle».
Le rappresentanze sindacali della categoria hanno chiesto un’audizione al procuratore di Roma e contemporaneamente un accertamento sui biglietti al laboratorio chimico della Camera di commercio di Roma. Anche la politica si è mossa. Il 20 febbraio il gruppo capitolino Movimento 5 Stelle ha presentato un’interrogazione urgente al sindaco Ignazio Marino e all’assessore competente per sapere se «siano a conoscenza della tossicità dei titoli di viaggio emessi da Atac e del danno causato dall’impossibilità di riciclare la carta negli appositi contenitori per la raccolta differenziata», dei «motivi che hanno portato Atac, a partire dal 2012, a non adottare le necessarie e tempestive misure per risolvere l’urgente problema» e del fatto che «si potrebbe configurare il reato di disastro ambientale». Il fabbisogno annuale è di circa 116 milioni titoli di viaggio, equivalenti a circa 100 tonnellate di carta non riciclabile. Eppure, viene ricordato nell’interrogazione dei 5 Stelle, «i requisiti minimi richiesti nel 1999 da Atac alle società che parteciparono alla gara per il sistema di bigliettazione elettronico prevedevano la carta filigranata, che non fu mai usata».