PESCARA Con ogni probabilità sarà una telefonata di Silvio Berlusconi, nel corso dell’incontro di giovedì prossimo al cinema Massimo di Pescara, stesso luogo della convention a tre D’Alfonso-Caramanico-Mascitelli del centrosinistra di sabato scorso, a lanciare la ricandidatura di Gianni Chiodi a governatore. Sul palco, dalle 18 in poi, accanto a Chiodi saranno Nazario Pagano e l’ex ministro Raffaele Fitto. La telefonata di Berlusconi dovrebbe rappresentare il clou dell’appuntamento politico e al tempo stesso l’avvio ufficiale della campagna elettorale di Chiodi.
MAGLIOCCO E TAGLIENTE
Ma nella coalizione le cose non stanno filando esattamente lisce. Non bastassero le tensioni di Pescara, con un centrodestra apertamente spaccato, ecco le uscite pubbliche di due politici di rilievo come Giuseppe Tagliente e Alfonso Magliocco, che seguono quella delle scorse settimane di Gianfranco Giuliante. Interventi che chiedono alla coalizione una frenata proprio in vista della manifestazione di giovedì che sancirà la ricandidatura di Chiodi, suggerendo invece il ricorso alle primarie, come fatto dal centrosinistra che in tal modo ha dato investitura popolare alla candidatura D’Alfonso.
Magliocco: «Cosa sta accadendo nel centrodestra? Perchè non c’è un luogo di incontro, confronto e eventualmente scontro dove sviluppare una strategia in vista delle elezioni? Perchè bisogna far finta che nulla sia accaduto? Il richiamo sistematico alla telefonata di Berlusconi non fuga il dubbio che una voce non è un coro e che comunque la mancanza di un coro è un problema, soprattutto alla luce della legittimazione plebiscitaria dello sfidante. Possibile non ci si ponga il problema di analizzare e decidere una strategia possibile in uno scenario che ha subìto una trasformazione radicale? Rispetto a questa situazione stagnante, a questa catalessi della classe dirigente è meglio affermare il diritto alla contraddizione in un partito che non ha nel suo Dna le primarie ma che, oggi, possono rompere la calma piatta di un centrodestra imbalsamato, di un atteggiamento da sconfitta annunciata, da fine ineluttabile». Tagliente: «E’ indispensabile far presto e, se l’indicazione del candidato presidente non dovesse arrivar nemmeno il 13 marzo con la classica telefonata battesimale di Berlusconi, sarebbe preoccupante per il destino del centrodestra abruzzese rimanere confinato nel limbo dell’attesa di un cenno messianico d’assenso e non mostrare invece un sussulto d’orgoglio e di senso di responsabilità nei confronti dell’elettorato. Individuo nelle primarie di coalizione lo strumento attraverso cui ottenere il risultato migliore».