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Data: 24/03/2014
Testata giornalistica: Il Centro
«Camusso-Squinzi? Penso alle famiglie». Il premier Matteo Renzi: «Guardo a loro, non mi interessano le associazioni». Irpef, il governo cerca 6,6 miliardi

ROMA Attacca la “strana coppia Squinzi-Camusso” e, nell’attesa di recuperare i 6,6 miliardi che serviranno a finanziare il taglio dell’Irpef, si dice pronto a giocare la carta delle riforme. Alla vigilia di un nuovo tour internazionale che oggi lo porterà all’Aja (dove è in programma il G7) e giovedì lo impegnerà a Roma per una giornata che sarà interamente dedicata alla visita del presidente Usa Barack Obama, Matteo Renzi liquida con una battuta le critiche che arrivano da Cgil e Confindustria e tira dritto. «La strana coppia Squinzi-Camusso rappresenta con le sue critiche solo l’inizio di quello che sta avvenendo in Italia, cioè un derby tra un torrente impetuoso ed una palude» dice il presidente del Consiglio in una intervista al Messaggero. Poi, in serata, davanti alle telecamere del Tg1, il premier rende ancora più profondo il solco che lo separa da sindacati e imprenditori: «Mi interessa il consenso delle famiglie italiane non quello delle associazioni. Sono 20 anni che guardando la tv si vedono Confindustria e sindacati arrabbiarsi. Ce ne faremo una ragione...». Ma ce n’è anche per il M5S e per il suo leader. «Grillo è bravissimo a cogliere gli umori e sa che se facciamo le cose promesse, e noi le faremo, si sentirà franare il terreno sotto i piedi. Perché lui prende i voti di protesta» attacca il premier. Ma in cima ai pensieri di Renzi non c’è solo il braccio di ferro con i grillini e con le parti sociali. Entro il 10 aprile dovrebbe essere presentato il Def (Documento di Economia e Finanza) nel quale sarà indicato come il governo finanzierà gli 80 euro nella busta paga di 10 milioni di lavoratori e se userà i margini fino al 3 per cento del deficit. Il cuore delle risorse dovrebbe arrivare dalla spending review. Ma anche sui risparmi, ancora non è stato deciso niente. Quel che è certo è che il taglio all’Irpef da maggio (mese nel quale i lavoratori dovrebbero trovare gli aumenti in busta paga) a dicembre costa 6,6 miliardi di euro. Cifra non facile da recuperare e sulla quale il governo è al lavoro. Molte sono le ipotesi sul tappeto. E alcune sono state già accantonate. Le pensioni medio-alte, ad esempio, non saranno toccate. Questo anche perchè l'effetto di alcune misure della spending review sarebbe «dilatato nel tempo» mentre l'impegno è tagliare l’Irpef già dalle buste paga di maggio. Tempi lunghi sono previsti anche per il rientro dei capitali e per avere in cassa i soldi che arriveranno dal calo degli interessi pagati sui titoli pubblici. Ma almeno la metà della cifra necessaria potrebbe liberarsi in modo quasi automatico. Se le misure annunciate da Renzi fossero attuate, ci sarebbe un beneficio in termini di maggior crescita di 0,5 punti di Pil. Che aggiunto allo 0,6 già stimati dal governo porterebbero la crescita quest'anno all'1,1%. L'effetto positivo si trasmetterebbe al rapporto deficit-Pil che calerebbe a sua volta di 0,2 punti (al 2,4% rispetto al 2,6% già stimato). Si libererebbero così 0,2 punti di deficit (cioè 3,2 miliardi) senza neanche toccare le stime e rimanendo decisamente lontani dal limite del 3%. E si passa alle riforme. Una volta messo in sicurezza l’Italicum, arginate per il momento le polemiche sulle coperture per il taglio delle tasse, per Renzi è arrivato il momento di concentrarsi sul superamento del Senato e del Titolo V. Dopo uno scambio di proposte e richieste di modifica, a palazzo Chigi sono pronti a far uscire il testo definitivo da depositare in Parlamento. Venerdì prossimo è previsto il via libera del Consiglio dei ministri con l’obiettivo di ottenere il primo sì di palazzo Madama entro il 25 maggio (giorno delle elezioni europee). Rispetto al progetto iniziale immaginato dal premier, qualcosa è cambiato (saranno restituiti alcuni poteri alla nuova Assemblea delle autonomie, che potrà dare il suo parere sulle leggi europee e su quelle regionali) ma l’impianto della riforma ha sostanzialmente tenuto.

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