PESCARA Inteventi, struttura e tempi legati alle esigenze della tv spettacolo. L’ospitata dell’ex assessore regionale Luigi De Fanis all’«Arena» di Massimo Giletti, ieri su Rai1, era legata al blablà domenicale. Nulla di nuovo sotto il sole d’Abruzzo, se non fosse per i due elementi catapultati dallo stesso De Fanis. Il primo è la sua volontà di candidarsi, prescindendo ovviamente dal fatto di trovarsi in una situazione che oggettivamente è d’ostacolo alla riproposizione di un’altra avventura politico-amministrativa. Il secondo sta nell’aver gettato nella melassa finto-acida di un Giletti che si atteggia a un mix tra Robespierre e Savonarola un aspetto che rimesta le acque già molto agitate del centrodestra abruzzese: il «distacco» del presidente Gianni Chiodi dal suo assessore, scaricato non appena esploso il bubbone dei noti fatti che gli sono valsi arresti domiciliari prima e obbligo di dimora adesso. Il lamentato abbandono da parte del presidente aggiunge sale alle ferite del centrodestra inferte dall’inchiesta Rimborsopoli, dalle stanze d’hotel e soprattutto dalle divisioni tra partiti, correnti e spifferi.