Tavoli separati. La domenica del tentativo estremo di ricomporre il quadro del centrodestra offre la plastica rappresentazione dei destini paralleli di Nuovo centrodestra e il resto della coalizione. Guerino Testa ha disertato il vertice mattutino nella sede di Forza Italia, ufficialmente per precedenti impegni. Ma a pomeriggio inoltrato, quando Forza Italia, Pescara futura e Fratelli d’Italia tornano a vedersi, la riunione parallela di Federica Chiavaroli e Testa con i militanti di Dire Pescara, il salottino civico che rappresenta la base elettorale del presidente della Provincia, certifica la rottura definitiva.
Tutti continuano ad anteporre il valore dell’unità della coalizione, ma Nuovo centrodestra è praticamente in campo da solo con Guerino Testa candidato a sindaco. Venerdì prossimo al Circus ci sarà la convention di inizio campagna elettorale. L’unica condizione per ricucire, insomma, è la resa incondizionata del centrodestra. In questo campo tutto è pronto per il passo indietro di Albore Mascia, che a questo punto dovrebbe avvantaggiare Carlo Masci, per evitare che anche Pescara futura vada da sola e sperare almeno nell’accesso al ballottaggio.
I segnali di guerra sono chiari da subito. In mattinata sia Guerino Testa che la senatrice Federica Chiavaroli disertano il tavolo di coalizione. Così Nazario Pagano, il sindaco Luigi Albore Mascia e il leader di Pescara futura, Carlo Masci hanno solo il tempo di guardarsi negli occhi e di prendere atto che il tentativo di ricucire l'intesa è era ormai finito in un vicolo cieco. Al vertice ci sono anche il coordinatore di Alleanza nazionale-Fratelli d’Italia Roberto Petri, fresco di nomina nella direzione nazionale, e Lorenzo Sospiri di Forza Italia, ma a quel punto la strada sembra ormai tracciata: il Ncd si presenterà alle amministrative del 25 maggio con Guerino Testa candidato sindaco. Punto.
Uno strappo attorno al quale si nasconderebbero alcuni retroscena secondo gli alleati. Come il corteggiamento ravvicinato di Luciano D’Alfonso al presidente uscente della Provincia. Ammiccamenti che al momento non hanno ancora prodotto risultati concreti, ma che alla lunga potrebbero trovare uno sbocco. Del resto Testa è molto vicino a quel mondo delle imprese e delle professioni al quale D’Alfonso ha sempre guardato con interesse. Occorre ricordare, però, il precedente del 2003, quando Testa, al debutto in consiglio comunale, fu lungamente e vanamente corteggiato da D’Alfonso, al quale mancavano un paio di voti in consiglio per navigare in tranquillità. Di diverso, oggi, c’è che oggi il presidente della Provincia è esponente di un partito alleato con il Pd nella guida del governo targato Matteo Renzi e Angelino Alfano. Scenari che al momento restano comunque sullo sfondo, mentre non è affatto chiaro quali ripercussioni avrà lo strappo di Pescara sulle regionali: Gianni Chiodi è ancora il candidato di tutti?