PESCARA Consiglio di amministrazione con vista sull'Est Europa per la Saga. Il futuro dell'aeroporto d'Abruzzo passa per la conferma dei voli collaudati da anni con la Ryanair, ma anche con l'avvio di due nuovi collegamenti. Il primo, già sicuro, è quello con Mosca a partire da giugno; il secondo, da ufficializzare, è con la Romania e la rotta dovrebbe essere Cluj-Napoca. Dal cda della Società di gestione è uscita la firma per il rinnovo biennale dell'accordo con Ryanair che ha fatto uno «sconto» di 400mila euro alla società di gestione rispetto ai contratti stipulati in passato. La compagnia irlandese ha accompagnato negli anni la crescita dello scalo abruzzese, dalle poche decine di migliaia di passeggeri l'anno di fine millennio ai 565mila del 2012, massimo storico. Un trend sempre in crescita per un decennio prima dell'unico stop registrato nel 2013, una perdita del traffico passeggeri quantificata in 23mila biglietti in meno pari a un -2,5%. Un calo causato da molti fattori, in primis la perdita dei collegamenti con Sharm El Sheik per la crisi internazionale e con Tirana per il fallimento del vettore che univa Pescara alla capitale albanese. Altre, e ben più pesanti zavorre hanno appesantito le ali dell'aeroporto, a cominciare dalla doppia bocciatura del Consiglio di Stato della legge regionale che finanziava il Piano marketing 2012 e 2013, una bocciatura che ha congelato 11 milioni di euro nelle due annualità. Una perdita enorme che la Saga ha rimpinguato solo parzialmente grazie alla ricapitalizzazione della Giunta regionale, decisa il 10 marzo. Ma è evidente che lo scalo ha bisogno di un cambio di rotta reale che solo la Regione può garantire in questa fase prima dell'apertura ai privati, invocata da tempo da Italo Lupo, presidente della Cna. Ma fin quando volare in Abruzzo non avrà un appeal più forte, i privati non saranno invigliati a investire sull'aeroporto, che a parole è l'infrastruttura strategica per eccellenza, ma nei fatti non viene sviluppata secondo le sue potenzialità. L'aeroporto deve tornare a fare numeri anche nel traffico merci e potenziare le strutture interne che aspettano da anni.