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Data: 25/03/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Revisioni facili per i pullman Arpa Accuse confermate. Il direttore della Motorizzazione indagato per falso e abuso d’ufficio

TERAMO A poco più di cinque mesi dal sequestro preventivo di 55 autobus di autolinee pubbliche e private e dalla sospensione per due mesi dal servizio del direttore della motorizzazione civile Giancarlo Massaro la Procura firma l’avviso di conclusione delle indagini nell’ambito dell’inchiesta sulle false revisioni e conferma a carico dell’unico indagato le accuse di falso ideologico e abuso d’ufficio. Il pm Davide Rosati, che nei mesi scorsi aveva chiesto ed ottenuto i due provvedimenti, quello interdittivo e quello di sequestro, mette dunque un punto fermo nell’inchiesta, al quale nelle prossime settimane potrebbe seguire la richiesta di rinvio a giudizio per Massaro. Perchè secondo la Procura quegli autobus che uscivano dalle officine della Motorizzazione con l’attestazione dell’avvenuta revisione in realtà non sarebbero stati adeguatamente controllati. Con revisioni che per l’accusa venivano effettuate in appena cinque, massimo dieci minuti, senza i dovuti controlli dei gas di scarico e delle targhe. Targhe che in molti casi sarebbero risultate addirittura illeggibili. Revisioni fasulle, dunque, almeno secondo Polizia stradale e Procura, e che ad ottobre del 2013 erano costate al direttore della Motorizzazione civile la sospensione per due mesi dall’incarico. A firmare il provvedimento interdittivo, su richiesta dal pm Davide Rosati, il gip Domenico Canosa che con un secondo provvedimento aveva disposto anche il sequestro preventivo di 55 mezzi: 33 autobus dell’Arpa, 2 della ditta Capuani, 1 della ditta Simon Viaggi e 19 mezzi pesanti di altre aziende della provincia. Mezzi che successivamente erano stati sottoposti a nuove ed accurate revisioni, effettuate alla presenza della polizia giudiziaria, e dissequestrati.

A far scattare i controlli, pochi mesi prima, erano state le segnalazioni di alcuni cittadini residenti in via Cavalieri di Vittorio Veneto, dove si trova il deposito dell’Arpa, che denunciavano i cattivi odori legati al costante via vai di mezzi. Circostanze confermate dalla polizia stradale, che avrebbe verificato come molti dei mezzi dell’Arpa che dalle ore 13.20 alle ore 13.45 uscivano dal deposito «oltre a costituire pericolo per la circolazione stradale, sprigionavano fumi di scarico tali da rendere l’aria irrespirabile». Ma non solo. Molti di quegli stessi autobus, infatti, secondo gli agenti presentavano anche la targa posteriore illeggibile e questo nonostante fossero in possesso della relativa revisione. Da qui l’avvio di una serie di indagini che avrebbero permesso di accertare come presso la motorizzazione molti autobus, sia dell’Arpa che di altre autolinee, venissero revisionati in appena cinque, dieci minuti con il solo controllo dei freni. Niente opacimetro per verificare l’emissione dei fumi, dunque, né tantomeno il controllo delle targhe. Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati del direttore della motorizzazione civile, al quale la Procura contesta i reati di abuso d’ufficio e falso ideologico. Un reato, quello di abuso d’ufficio, che non era stato invece riconosciuto dal gip Domenico Canosa per il quale non vi erano prove che Massaro volesse avvantaggiare, con quelle revisioni non corrette, l’Arpa e le altre ditte. Che dunque sarebbero al contrario parte lesa. A difendere Massaro l’avvocato Federica Benguardato.

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