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Pescara, 24/11/2024
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Data: 25/03/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Costi della politica - Consiglieri regionali. Così il governo dimezza gli stipendi

Secondo il progetto di riforma, le indennità
non potranno superare quella del sindaco dell’Aquila

PESCARA I tanti “sacrifici” non sono stati sufficienti. Il vitello è ancora grasso: in 35 anni di attività l’ente Regione ha accumulato tanti di quei privilegi che un semplice lavoro di forbici (una timida tosatura del 10% dell’indennità) non basta. Così il governo Renzi vuole tagliare ancora gli stipendi dei consiglieri regionali, portandoli al livello dell’indennità del sindaco della città capoluogo, il cui stipendio è correlato alla popolazione residente. Nel caso dell’Abruzzo la sfortuna vuole che L’Aquila abbia appena 75 mila abitanti e lo stipendio lordo del suo sindaco Massimo Cialente è di 4.411 euro e 74 centesimi, almeno un terzo di quanto si ritrovano in busta paga i colleghi politici che siedono all’Emiciclo. Oggi un consigliere regionale, secondo la legge n. 68 del 2012, può infatti ricevere in busta paga non più di 11.100 euro al mese tutto compreso. Per il presidente del consiglio regionale e il presidente della giunta regionale lo stipendio massimo non può superare le 13.800 euro al mese lorde. Lo stipendio si compone di una quota fissa, di una indennità di funzione, di gettoni forfettari per le attività svolte e di un rimborso chilometrico forfettario che varia a seconda della distanza tra il luogo di residenza del consigliere e la sede istituzionale del Consiglio. A questa cifra va aggiunta a fine mandato una indennità equivalente a una mensilità moltiplicata per gli anni di permanenza in Consiglio. Dalla prossima legislatura sparisce però il vitalizio, cioè la pensione, che garantiva dopo 5 anni un assegno mensile di circa 2.500 euro a partire dai 60 anni di età (fino a qualche anno fa erano 55 anni). Una decisione meritoria (assieme alla riduzione dei consiglieri da 42 a 31) che l’Abruzzo ha preso subito dopo l’Emilia Romagna e che le altre Regioni dovranno assumere obbligatoriamente. Tornando al mensile, al netto un consigliere regionale oggi mette in tasca tra i settemila e gli ottomila euro al mese a seconda della funzione svolta, più un assegno di 500 euro al mese per le attività all’interno del gruppo consiliare. Con la riforma Renzi ne guadagnerà meno di tremila (che non sono neanche male). Renzi sembra fare sul serio, perché vuole che questo principio venga inserito in Costituzione, assieme all’abolizione del Senato così come lo conosciamo oggi. La norma però non è ancora chiara. Il tetto dello stipendio dovrebbe riguardare «tutti gli emolumenti complessivamente spettanti», ma ancora non si capisce come saranno trattati gli assessori e i governatori. Ma se davvero i costi saranno questi, uno strappo per le cariche apicali si può anche tollerare.

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