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Data: 25/03/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
La crisi dell'Atac - Nuovo contratto di servizio, l’azienda ha ancora un mese di vita. I sindacati: «il futuro dei lavoratori resta incerto». Sciopero il 7 aprile

Contratto di servizio firmato per Atac. Un mese di proroga. La cifra? Quella stabilita dai vecchi contratti, divisa in dodicesimi. Un gruzzolo che consentirà all’azienda di traghettare fino all’approvazione del Salvaroma, l’aiuto dato, in generale, ai cosiddetti Enti Locali che non raggiungono gli obiettivi del Patto di stabilità interno, dietro la presentazione di un piano di rientro pluriennale. Una boccata d’ossigeno che consentirà tra l’altro l’approvazione del bilancio che proprio giovedì dovrebbe arrivare in cda. Il buco, discusso nelle scorse riunioni in Atac dove è stata presentata una bozza del rendiconto, si aggirerebbe a circa 195 milioni di euro, ben quaranta milioni di euro in più rispetto a quello precedente, che attestano il deficit complessivo dell’azienda accumulato negli ultimi dieci anni a circa 1,6 miliardi di euro. Ovviamente andranno studiate le voci presenti nel bilancio per capire cosa è accaduto in azienda nell’ultimo anno, leggendo attentamente la relazione del collegio sindacale.
NUOVO SCIOPERO
Ma la decisione di allungare di un solo mese la vita di Atac, lasciando appeso a un filo il futuro di 12mila lavoratori non piace ai sindacati. Cgil, Cisl e Uil potrebbero già oggi annunciare una giornata di sciopero prevista per il 7 aprile prossimo, un lunedì. Anxi un altro lunedì nero che vedrà il traffico cittadino ripiombare inesorabilmente nel caos. I sindacati contestano le politiche comunali che non lasciano spazio di manovra all’azienda e ai lavoratori. Con questa proroga del contratto, infatti, Atac avrebbe appena i soldi per ripagare gli stipendi, nulla di più. Ma la scelta del Comune ripiegherebbe sul fatto che una volta approvato il Salvaroma e visto il bilancio di Atac, sarebbe più semplice programmare i tagli e i prepensionamenti previsti in azienda. Si parla di una riduzione dell’organico e di un drastico taglio del servizio. Va sottolineato, comunque, che il contratto di servizio attuale riporta i valori al chilometro di 4,23 euro, lontano da quello calcolato dal ministero dei Trasporti, fissato a 5,25 euro.
IL DOSSIER
Intanto tra i corridoi del Campidoglio gira un dossier top secret, che parla di un ridimensionamento dell’azienda, in vista della possibile entrata di capitali privati. I temi trattati riguardano la razionalizzazione del bacino regionale, con un’integrazione di operatori esterni, la lotta all’evasione tariffaria e una ristrutturazione industriale di Atac, ma anche di Cotral, magari con la costituzione di un nuovo soggetto pubblico del trasporto. Individuando anche tratte o fasce da liberalizzare. In questo contesto potrebbero, quindi, inserirsi Ferrovie, Bus Italia, Ratp-Cilia con i quali Comune e Regione avrebbero già avuto dei contatti, anche se smentito in passato da Ferrovie. Resta il problema degli amministrativi in Atac, troppi per poter continuare a sopravvivere. E intanto c’è chi pensa anche all’estero (come ha fatto Atm a Milano), per ampliare i volumi di traffico e i ricavi. Ma questa, almeno per ora, è fantascienza.

Marchini: 13 proposte per Roma. E Marino apre: «Vanno accolte». Dal fisco ai trasporti un pacchetto di delibere per migliorare la Capitale. L’imprenditore: «Oggi celebrata la fine del consociativismo, opposizione propositiva»

Sorpresa. Per andare oltre gli steccati dell’Aula Giulio Cesare arriva il gioco di sponda tra Marchini e il sindaco Marino. Con «Alfio», come lo chiama il primo cittadino, che mette a disposizione di tutti tredici idee per migliorare Roma e «Ignazio» che raccoglie e rilancia: «Recepirò dieci di questi progetti, non siamo avversari ma compagni di percorso». E così la conferenza stampa diventa un manifesto delle cose che si possono fare «insieme» al di là delle rispettive casacche. Ma attenzione, niente inciuci o, meglio ancora, «consociativismi, un male che ho sempre combattuto». Marchini infatti rimarrà dov’è, all’opposizione, «in maniera dura ma anche propositiva». Di sicuro nella sala delle Bandiere i toni da campagna elettorale sono lontani anni luce. E anche il titolo della campagna parla chiaro: ”#Basta farci del male”. Tanto che la politica diventa bene comune e i cittadini ritorno al centro della scena. Perché ora in mezzo ai due ex sfidanti delle elezioni non c’è un’urna e un voto in più da acchiappare, ma «il bene della nostra città». E anche un bilancio comunale che avrà bisogno della massima condivisione.
LE SLIDE
Per un sindaco che non partecipa alle conferenze stampa della propria maggioranza, essere qui è già una notizia. Siede dietro a un tavolo, tra lui e Marchini c’è il capogruppo della lista civica dell’imprenditore, Alessandro Onorato. Che illustra tutto d’un fiato le tredici proposte di delibera accompagnate da 10.138 firme raccolte dal 30 novembre al 30 gennaio in tutti municipi della città, grazie volontari e candidati. Gli stessi che sono qui con giubbetti bianchi e logo del cuore irrorato dalle vie della Città eterna. Tutto si svolge con velocità renziana, e le slide delle tredici proposte assomigliano un po’ allo stil novo del premier. E cioè chiarezza, parole semplici, zero politichese.
Gli ami che Marchini lancia per far uscire la città dalla palude sono altrettanto chiari: dall’obbligo di salita anteriore sui bus alla «abolizione delle auto blu», fino alla progressività nell’addizionale Irpef e all’«abolizione del meccanismo che premia con diritto di prelazione gli occupanti abusivi». Particolarmente apprezzata dall’inquilino del Campidoglio l’idea di una sorta di Anagrafe dei lavori pubblici on line («Non ci avevo mai pensato»). Ma ci sono pure trasparenza nelle assunzioni pubbliche, bilancio partecipato, spazi verdi per lo sport, più start up, car e bike sharing e trasporto ferroviario efficace per la Roma-Lido e la Termini-Giardinetti. Lo schema che va in scena è questo: Onorato proietta e illustra le delibere, Marchini chiosa e spiega. E il sindaco certifica facendo sì con la testa. Poi dice: dieci di queste proposte saranno accolte perché non esiste «il copyright sulle idee».
A suggellare il tutto, alla fine, la photo opportunity: i volontari della lista civica consegnano lo scatolone delle firme a Marino, che stringe la mano a Marchini e a Onorato. Ma non c’è nessun patto del 24 marzo, per il dispiacere dei retroscenisti, anzi per dirla con l’imprenditore prestato alla politica «niente consociativismo ma solo rispetto per la città».
LA MAGGIORANZA
Superata un’iniziale sorpresa («Ignazio però alle nostre iniziative non partecipa mai»), la maggioranza sale sul treno delle piccole ma importanti riforme condivise. Ecco allora Francesco D’Ausilio, capogruppo del Pd, che si incarica di dire: «Valuteremo tutte le richieste con responsabilità, bene il dialogo». Idem Fabrizio Panecaldo, come coordinatore della maggioranza: «Speriamo che Alfio faccia altrettanto con noi». E anche Sel con Gianluca Peciola spiega che «condividiamo molti punti e siamo pronti a sostenerli».

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