Il ministro: «Penso anche ad una sana mobilità obbligatoria»
Cgil: pronti a discutere, ma ci opporremo a esodi di massa
di Vindice Lecis wROMA La parola esuberi spaventa, meglio dunque chiamarli prepensionamenti. La cura del governo per il lavoro pubblico è illustrata dal ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia. Se si parla di 85 mila esuberi, spiega il ministro, si utilizza «un numero e una terminologia assolutamente sbagliati e distorti». Perciò l’idea «sarà quella di provare ad avere uscite anche con i prensionamenti». Uscite anticipate dal lavoro con un obiettivo, quello di «ringiovanire la Pubblica amministrazione». Perché, sottolinea Madia, «ci sono generazioni che non hanno avuto un canale sano di accesso nella Pa, vincitori di concorso non assunti e precari vittime di uno Stato che non ha concesso canali sani e trasparenti di accesso, come dice la nostra Costituzione». Come è nello stile del governo Renzi, tutto deve apparire rapido e veloce. E così anche Madia spiega che «non è detto che ci saranno dei tavoli, perché abbiamo tempi molto stretti». Ai giornalisti che, infatti le chiedevano del confronto con le categorie del Pubblico impiego sulla riforma dello Stato, risponde con un «non lo so, può anche darsi, ma non per forza. Abbiamo chiesto ai sindacati proposte oltre il piano Cottarelli». Ai sindacati in pratica il governo avrebbe chiesto «di aiutarci a trovare risorse per la Pubblica amministrazione». Perciò si augura «che i sindacati siano i primi a collaborare con noi» oltre che un percorso il «più rapido ed efficiente possibile». Infine, Madia aggiunge che in un quadro di snellimento, oltre ai prepensionamenti, pensa anche alla possibilità di una «sana mobilità obbligatoria». Immediata la reazione dei sindacati. La leader della Cgil, Susanna Camusso, si dice «assolutamente serafica sul fatto che possiamo sfidare questo governo sulla riforma della Pubblica amministrazione» ma non disponibile a tagli lineari e a una gigantesca campagna di nomine della politica. «Il problema non è quanti dipendenti pubblici si tagliano perché se si fa così non si sta parlando della riforma ma di un altro taglio lineare». Per il segretario generale della Funzione pubblica Cgil, Rossana Dettori, il sindacato «è disponibile a dare una mano» al ministro «se vuole cambiare verso rispetto agli anni bui della controriforma Brunetta». I prepensionamenti «possono essere una delle soluzioni da valutare seriamente» per evitare «un esodo di massa che sarebbe una sciagura per il Paese». Ma Dettori attacca Madia: «Non ci dica che non c’è tempo per confrontarsi» perché la sua «è una posizione paternalistica che stride con la sua giovane età. I processi virtuosi si governano con il consenso, soprattutto quello dei lavoratori, non con provvedimenti calati dall’alto». Infine bisogna «arrestare sul nascere l’ennesima campagna contro i dipendenti pubblici». Se il governo Renzi «non vuole confrontarsi con il sindacato, e le altre parti sociali ce ne faremo una ragione. Non ci strapperemo insomma le vesti» commenta Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl. Che aggiunge riferendosi al ministro Madia: «Noi pensiamo che farebbe bene umilmente ad adoperare il suo compito nell’interesse generale anziché della chiacchiera generale». E se i ministri non vogliono parlare col sindacato «noi andremo a parlare con la gente, con i lavoratori, con i pensionati».