PESCARA Mascia contro Pagano, Pagano contro Mascia. Non è il miglior biglietto da visita per presentarsi alle elezioni, ma il coordinatore regionale di Forza Italia tira dritto comunque e si accinge ad annunciare la ricandidatura-bis del sindaco uscente. La sortita di Mascia contro di lui, registrata da Il Tempo (Pagano non mi ha blindato), ha lasciato a bocca aperta il presidente abruzzese degli azzurri. Il quale incassa il colpo e precisa: «Che vuol dire blindato? Che non ho garantito la sua conferma? Non esiste alcuna mia dichiarazione ufficiale, e neanche ufficiosa, dalla quale Mascia può arguire un mio atteggiamento tiepido nei suoi confronti». Secondo Pagano, è vero il contrario, e cioè che lui, da coordinatore regionale aggiunge, «ho sempre sostenuto il principio deciso a livello nazionale che il sindaco uscente avesse il diritto a essere riproposto a capo della coalizione». Mascia, però, si è sentito poco tutelato, come la mettiamo? «Forse si aspettava che la decisione venisse presa tre mesi fa, ma ricordo - qui Pagano lancia una prima stoccata - che fin da allora Ncd e Udc avevano espresso la loro sfiducia verso il sindaco. C’è voluto tutto un lavoro di mediazione, di ricucitura, e non certo perché non credessimo in Mascia, bensì perché il fine ultimo era la compattezza della coalizione. Non crediate che sia stato così semplice. La prova l’abbiamo dal fatto che a tre mesi di distanza siamo ancora all’impasse». Più che arrabbiato, Pagano è parso amareggiato nel leggere le dichiarazioni di Mascia che definisce «ingiuste e ingenerose». Vorrebbe mordersi la lingua, ma ormai è troppo tardi, verba volant e finiscono dritte sul taccuino: «La sua uscita non sta né in cielo né in terra, è strampalata e finisce con il confondere ancora di più l’elettorato. Credetemi, Mascia non ha alcuna ragione per affermare certe cose». Lo strappo del sindaco prelude a uno strappo nella candidatura? «No, - ribatte Pagano - nonostante le sue dichiarazioni ingiuste e sbagliate, sono pronto ad annunciare la ricandidatura di Mascia a sindaco di Pescara. Attendere oltre non più possibile, anche perché, e questo è un altro motivo di amarezza, il Nuovo centrodestra si accinge ad andare da solo e la coalizione rischia grosso presentandosi con due pretendenti al primo turno». Già, Guerino Testa corre per conto suo, ha già riempito la città di manifesti 6x3 e venerdì aspetta i pescaresi al Circus per sostenerlo. Cosa che Pagano ha ribadito testardamente di voler evitare: «Sappiate che sino all’ultimo cercherò di evitare questa lotta fratricida e autolesionistica, che rischia di mandare tutto all’aria favorendo gli avversari». Alla senatrice Federica Chiavaroli (Ncd) che aveva detto di voler riunire le due anime del centrodestra al ballottaggio, il coordinatore di Forza Italia dà una "lezioncina" politica: «L’esperienza mi insegna, fin dal 1993, che i voti ottenuti al primo turno non si sommano mai algebricamente al secondo perché chi ha votato per Mascia non andrà al ballottaggio se c’è Testa e viceversa. È una strategia sbagliata oltre che suicida». A proposito di harakiri: anche ieri a L’Aquila, durante i lavori del Consiglio regionale, le candidature al Comune di Pescara hanno tenuto banco, tanto da scatenare un battibecco tra Carlo Masci, Lanfranco Venturoni (Ncd) e Lorenzo Sospiri (Forza Italia).