Manifesti giganti dove campeggia la frase: Si parte. La parola sindaco però non c’è: «Ma solo per una questione di correttezza», precisa Guerino Testa, che dopo lo strappo con gli alleati di Forza Italia e Pescara futura sceglie di mantenere i toni bassi.
Ripensamenti? «No, venerdì alle 18 ci sarà la presentazione ufficiale della mia candidatura a sindaco con il Nuovo centrodestra», spiega. Al cinema Circus dovrebbero esserci la senatrice Federica Chiavaroli e il neo segretario nazionale del Ncd, Gaetano Quagliariello: «Sto aspettando una conferma anche dal ministro Maurizio Lupi - aggiunge Testa -, probabilmente ci sarà anche lui».
Si parte, e già si parla di altre liste a sostegno del presidente uscente della Provincia per la corsa a palazzo di città. «È presto per parlare di queste cose - frena lui -. Intanto il mio invito, che è anche il messaggio contenuto nei manifesti che avete visto oggi, è rivolto soprattutto alla città».
Ieri mattina Carlo Masci ha sentito il dovere di spiegare sul suo profilo facebook il passo indietro che lo ha portato a ritirare la sua candidatura a sindaco per sostenere quella di Luigi Albore Mascia. Lo ha fatto invitando Testa a fare la stessa cosa, ma avanzando anche qualche sospetto sull’ostinata scelta del presidente della Provincia: «Non era possibile andare con tre candidati sindaci a Pescara. Per senso di responsabilità ho ritirato la mia candidatura, auspicando una convergenza di tutti sul sindaco uscente. In ogni caso io lo sosterrò. Mi auguro - continua il leader di Pescara futura - che anche Testa ritiri la sua candidatura e che il Ncd converga su Mascia. In questo caso il centrodestra potrà tornare a vincere a Pescara. Non ha alcun senso che Testa rompa l’alleanza che attualmente amministra la città..., salvo che non ci sia dietro una operazione pescarese identica a quella del governo Renzi». Lunga esternazione che non ha evitato a Masci il duro rimbrotto dei colleghi-alleati Sospiri e Venturoni durante una pausa dei lavori del consiglio regionale. Secondo la loro versione, a provocare la rottura sarebbe stato il veto di Masci su Testa.
Il resto del centrodestra risponde alla fuga in avanti di testa con altri sei-per-tre che esaltano i risultati della giunta Mascia. Ma tra gli ex alleati sta circolando una domanda: quanto vale in termini percentuali la candidatura a del presidente della Provincia? La risposta al momento non c’è. Ma per la coalizione di centrodestra lo spettro che si presenta di fronte adesso è proprio questo: la vittoria di Marco Alessandrini al primo turno, o l’eventuale ballottaggio tra lo stesso candidato a sindaco del centrosinistra e quello del M5S, la giovane Enrica Sabatini, che taglierebbe fuori sia Mascia che Testa. Una partita che si gioca probabilmente attorno ad una manciata di voti, quella che piace di più ai centristi cresciuti sotto l’ala della Balena bianca. Non a caso questa mattina, all’hotel Duca D’Aosta (roccaforte di Luciano D’Alfonso), il presidente del consiglio comunale Roberto De Camillis (Udc) annuncerà la sua candidatura a sindaco con il sostegno di tre liste civiche.