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Data: 27/03/2014
Testata giornalistica: Il Tempo d'Abruzzo
Tutti i debiti del Centro Turistico

L'AQUILA Da un lato il sindaco Cialente che esulta per il business plan approvato, l'arrivo (finora presunto) di Invitalia e la possibilità di nuovi impianti di risalita. Dall'altro le opposizioni che stigmatizzano l'operazione che è vero, porterà all'utilizzo di milioni di euro sulla montagna aquilana (20 sono già sicuri, provenienti dai fondi per la ricostruzione e della Regione, 10 sono solo su carta) ma che, sostengono dal centrodestra, è priva di ogni strategia a lungo termine. In mezzo, però, ci sono i conti del Centro turistico del Gran Sassso, che fanno acqua da tutte le parti. A partire dai circa quaranta decreti ingiuntivi preparati dai creditori della municipalizzata, per una cifra che si aggira tra il milione e milione e mezzo di euro. A questo si aggiunge il dato strutturale dell'azienda, che a fronte di entrate per circa seicentomila euro annui deve fare i conti con perdite di circa 1,2 milioni, somma che può anche aumentare in caso di interventi straordinari (come accaduto in questa stagione). Insomma, se Invitalia dovesse venire realmente all'Aquila per affittare un ramo d'azienda del Ctgs, per individuare in sei mesi un operatore privato intenzionato a gestire impianti e funivia, troverebbe una situazione debitoria disastrosa. Del milione e mezzo erogato ad agosto 2013 per la ricapitalizzazione è stato stanziato solo il 25 per cento, quale ripianamento del debito e ad oggi il capitale sociale risulta eroso in maniera superiore ad un terzo di questo, roba da libri contabili in tribunale e fallimento. Nè, tantomeno, i fondi per lo sviluppo del Gran Sasso possono essere utilizzati per ripianare le perdite del Centro turistico. Se poi solo uno dei creditori dovesse andare fino fino in fondo e procedere fino al pignoramento dei beni, il percorso sarebbe pressoché irreversibile. Per tentare di far luce sulla situazione contabile della società il capogruppo Udc Raffarele Daniele ha fatto richiesta di accesso agli atti: «Non è affatto vero che siamo contro lo sviluppo della montagna aquilana, come dice il sindaco, ma è necessario fare chiarezza sullo stato di salute dell'azienda e sulle sue prospettive».

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