PESCARA L'ora che volge al desìo intenerisce il core non solo ai naviganti, ma anche a Luigi Albore Mascia. Il sindaco uscente ha incassato la candidatura-bis in extremis, ora dalla sua ha Forza Italia, Fratelli d'Italia e Pescara Futura. Un tris di consensi arrivato dopo tre mesi tormentati, ora, per mettersi in panciolle, Mascia aspetta solo l'ok dell'Udc che, attraverso il commissario regionale Nedo Poli, ha chiesto due giorni di tempo per partorire la sofferta decisione. La cosa più importante per Mascia è che adesso, almeno, sono state chiarite alcune posizioni al termine di un tira-e-molla interminabile, sfiancante, logorante per tutti gli attori sulla scena. Per questo, attendendo il bollino blu dei centristi, il sindaco uscente può permettersi di fumare il calumet della pace poche ore dopo che Nazario Pagano, accusato da lui di non averlo «blindato» in anticipo, aveva dissotterrato l'ascia di guerra, rinfacciandogli di essere stato «ingeneroso, ingiusto e strampalato», nell'intervista rilasciata due giorni fa a Il Tempo. «Non gioco alla controreplica, - taglia corto - quello che dovevo dire l'ho detto, Pagano ha replicato, polemica chiusa». Facciamo finta di crederci, di certo un Mascia così sereno e motivato non si ricordava da un pezzo, potere di un annuncio a lungo agognato e finalmente diventato realtà. Cuor contento il ciel l'aiuta, eppure motivi per preoccuparsi il sindaco ne ha, a cominciare da quelli interni al centrodestra, visto che lo strappo con Guerino Testa è stato consumato e che andrà al voto del 25 maggio contro l'ex amicone, ora nemico pubblico numero uno. «I miei avversari sono tutti ottimi», butta lì sapendo di mentire, giacché sulla candidata del Movimento 5 Stelle, Enrica Sabatini, è stato tranchant: «Se questi sono i miei contendenti, posso dormire sonni tranquilli». Su quello dell'ultimora, Roberto De Camillis, che promette mari e monti senza passare per le colline, niente più che una scrollata di spalle. Sul candidato del centrosinistra, Marco Alessandrini, a parole Mascia sfoggia fair play e stima, in realtà si sente piuttosto tranquillo e per due motivi: il primo è che l'ha già battuto cinque anni fa, benché in condizioni di partenza nettamente favorevoli al centrodestra; il secondo è che contro Alessandrini è sicuro di giocarsela senza complessi, a differenza di quanto era successo con Luciano D'Alfonso, l'incubo che da sempre turba i sonni di Mascia. «Sono soddisfatto - confessa - perché tre tessere del puzzle sono state messe, fiducioso che anche la quarta, relativa all'Udc, sarà inserita a breve». Sì, va bene, ma come la mettiamo con Testa? «Non si è riusciti a trovare la coesione e questo è sicuramente un problema, ma che ci posso fare?». Qualcosa Mascia dovrà farla, eccome, perché stavolta per arrivare allo show-down per confermarsi sindaco, deve battere la concorrenza interna: «I fatti e i numeri sono dalla mia parte, con tutto il rispetto per Guerino Testa». Che da parte sua sfoggia il sorriso delle migliori occasioni alla vigilia della presentazione ufficiale al Circus (domani, ore 18.30), presenti il senatore Gaetano Quagliariello e il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi. Testa ha aggiunto ai manifesti 6x3 intitolati «Quelli che amano Pescara», i gemelli con la scritta «Si parte» e attende una prima investitura dai cittadini: «Mai avuto paura di sfide e confronti a viso aperto - confida - figuriamoci se mi tiravo indietro adesso, sul più bello».