MONTAZZOLI «Voglio ricominciare dalla mia professione, dal mio lavoro. De Fanis non è un mostro». Parla in terza persona l’ex assessore regionale alla Cultura, Luigi De Fanis, davanti ai microfoni del Tg3 Rai Abruzzo, intervistato da Angela Trentini. «Cosa mi ha insegnato questa esperienza? Che posso fidarmi solo degli amici veri, i pochi amici che non mi hanno abbandonato. Se sto superando questa fase difficile lo devo a loro, ma soprattutto a mia moglie, a mia figlia e mio fratello che non mi hanno lasciato mai solo. Perchè io ho pensato anche a gesti estremi, ad uccidermi». De Fanis parla dalla sua casa di Montazzoli: è all’obbligo di dimora come conseguenza del suo coinvolgimento nell’inchiesta Il Vate. Domenica scorsa è apparso su RaiUno, nello spazio condotto da Massimo Giletti, ed ha raccontato la sua verità, ribattendo alle accuse dell’ex segretaria Lucia Zingariello. Ieri ha parlato anche la moglie di De Fanis, Rosanna Ranieri: «Se ho mai creduto che davvero mio marito avesse avuto l’intenzione di uccidermi? Ma neanche per un attimo, come potrei credere ad una cosa del genere? Piuttosto ero, e sono preoccupata per lui, per le sue condizioni. Adesso sta un po’ meglio, ma fino a poco tempo fa non lo lasciavo mai solo, non uscivo mai di casa, avevo paura che potesse accadere qualcosa».