Il Forum sul Trasporto Pubblico Locale promosso dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane ha confermato le premesse di essere uno degli appuntamenti più importanti per una discussione ampia e articolata dei problemi del settore ed è andato, anzi, al di là delle aspettative. I tempi alla fine si sono rivelati addirittura ristretti per riuscire ad ospitare tutte le voci e i contributi al dibattito provenienti dai vari protagonisti del settore e il programma si è dovuto adattare con un inevitabile sforamento di orari.
Il successo della manifestazione è una dimostrazione ulteriore della centralità ormai assunta dai temi del trasporto pubblico locale. Ma al di là del numero e dell’autorevolezza di quanti hanno partecipato all’evento, sono i contenuti del dibattito ad essere risultati ancora più significativi: in qualche maniera, si è trattato di un vero e proprio “conclave”, non finalizzato all’elezione di un Papa ma alla ricerca piuttosto di una linea guida di cui si avverte l’assoluta necessità.
Ma, dall’altro verso, proprio la pluralità di contributi ha indicato la necessità che il settore non viva solo un “conclave” ma piuttosto un vero e proprio “concilio”, una fase costituente che sia in grado di riscrivere un quadro organico di regole e innovare profondamente la realtà di un settore che, per troppo tempo, è sopravvissuto tra contraddizioni e problemi non risolti.
Anche il Forum promosso da FSI ha mostrato che uno dei nodi principali del trasporto pubblico locale sta nel rapporto con le Regioni e nella mancata attuazione di quel processo di federalismo che doveva trasferire alle Regioni stesse non solo le competenze, ma anche la responsabilità della gestione delle risorse e delle relative modalità di finanziamento dei servizi da erogare. In questo vuoto creato dall’assetto legislativo, si sono inserite trasformazioni che hanno riguardato non solo l’assetto regolatorio o il ruolo di imprese cosiddette “incumbent” come Ferrovie dello Stato, ma lo stesso panorama urbanistico e sociale, con processi che – ad esempio – hanno investito in profondità le aree metropolitane (piccole e grandi) ma anche gli assetti economici, industriali eccetera eccetera.
Mentre si discute di grandi riforme che investono i livelli istituzionali, occorrerebbe anche pensare ai luoghi che possano funzionare da “concilio” per definire scelte capaci di funzionare sul lungo periodo sulla base di un dibattito che vada al di là di occasioni importanti ma a cui occorre dare continuità.