PESCARA La Regione ha seguito «attentamentente la vicenda di Bussi» ma non ha avuto « alcuna anticipazione della relazione che l'Istituto superiore della sanità ha depositato al processo di Chieti». Il governatore Gianni Chiodi usa parole nette per escludere che i dati conosciuti ma poi consacrati in fase processuale siano stati in qualche modo tenuti in un cassetto. «Abbiamo seguito - così Chiodi -, soprattutto sui tavoli nazionali, tutte le tappe per la messa in sicurezza del sito e l'avvio delle procedure di bonifica, ma di questa relazione, che da quello che ci è stato detto è stata richiesta dall'avvocatura dello Stato per fare ordine nella parte pubblica sull'andamento del processo e fotografa la situazione al 2007, non abbiamo avuto alcuna anticipazione». Tanto da aver parlato di quest’aspetto, poco prima dell'insediamento del nuovo governo Renzi, con l'ex ministro dell'Ambiente Orlando «per lamentarsi dei ritardi del governo nell'erogazione dei 50 milioni di euro necessari per avviare la bonifica dell'ex sito». Un punto sul quale si sono trovati concordi il presidente e il sindaco di Bussi, Salvatore La Gatta: «I soldi stanziati nella finanziaria del 2010 ma entrati nella disponibilità del commissario Goio solo nel novembre del 2013 servono unicamente per bonificare a fini di reindustrializzazione dell'area», chiudendo in questo modo le porte «a interpretazioni di parte su come utilizzare i 50 milioni di euro. I ritardi - hanno aggiunto - che si sono registrati sono da addebitare anche a interessi contrastanti che si sono concentrati su Bussi». Il sindaco ha lanciato un appello, anche alle forze ambientaliste, a «stare uniti nella richiesta di risorse finanziarie per la bonifica completa e totale dell'area». Maurizio Acerbo (Prc) rimarca che «in queste ore in troppi parlano a vanvera. Il presidente Chiodi poteva limitarsi a comunicare che il problema dell'acqua di rubinetto era stato risolto nel 2007 senza lanciarsi in dichiarazioni avventate da campagna elettorale. Chiodi ovviamente non ha alcuna responsabilità sulla questione dell'erogazione di acqua contaminata anche perché il problema lo risolvemmo noi nel 2007 costringendo con la nostra campagna a intervenire il commissario Goio dopo settimane di polemiche pubbliche con i vertici di Aca e Ato che negavano l'evidenza.Altrettanto ridicole le affermazioni di parlamentari PD che presentano tardive interrogazioni al ministro Lorenzin per "evitare inutili atti di terrorismo psicologico nelle popolazioni" e che vogliono "conoscere i contenuti veri dell'indagine dell'Istituto superiore di sanita'" quando basta andare in rete per scaricare e leggere il rapporto».