Mascitelli chiede un vertice per domani tra i partiti della coalizione e il candidato presidente. Di Febo: no alla proliferazione di liste se servono a riciclare questo o quel politico
PESCARA Non piace agli alleati l’”operazione safari” messa in atto dal candidato presidente del centrosinistra Luciano D’Alfonso per reclutare nelle liste politici di centrodestra (si fanno tra gli altri i nomi dell’ex assessore regionale Daniela Stati e dell’attuale assessore Angelo Di Paolo): «Se i nomi delle possibili candidature che stanno circolando rispondono al vero», dice il coordinatore dell’Idv Alfonso Mascitelli, «non si tratta di pluralità inclusiva, come la definisce D'Alfonso, ma rischia di trasformarsi in un mercatino di “gratta e vinci” di arrivisti della politica». Mascitelli chiede per questo un vertice domani con i segretari dei partiti e il candidato presidente. «Una cosa è allargare l'alleanza a liste senza paletti ideologici», spiega Mascitelli, «altro è nascondere in queste liste trasformismi di convenienza, senza una verifica di coerenza rispetto alla storia che ciascuno ha rappresentato. Abbiamo chiesto un incontro urgente per fare chiarezza sui criteri di selezione delle candidature e sulle conseguenze che comportano . È evidente che il come si richiede il consenso condizionerà alla fine anche il cosa si riuscirà a fare dopo. Abbiamo espresso lealtà» conclude Mascitelli «all'importante progetto di rinnovamento di cui ha bisogno la nostra regione; abbiamo accettato il risultato delle primarie, ma questo non significa assumere posizioni di passiva cortigianeria nei confronti di nessuno. Il candidato presidente D'Alfonso è persona capace, ma il fatto che ha vinto le primarie non significa che nel presente e nel futuro gli sia stata firmata una cambiale in bianco». Contrario anche Sel a «operazioni politiche trasformiste». Il segretario regionale Tommaso Di Febo, invita per questo il Pd «a non tirare troppo la corda, perché prima o poi si spezza». «L'Abruzzo», puntualizza Di Febo, «è in difficoltà seria. La nostra regione esce devastata dal fallimento delle politiche del centro destra di Chiodi. Sel vuole essere protagonista di un percorso reale di svolta all'interno di una coalizione del centrosinistra, alternativa per programmi, idee e metodi al centrodestra di Chiodi. Dobbiamo però, riscontrare che la situazione odierna non ci pare andare in questa direzione. Già dalla fase di accordo per le primarie avevamo chiarito in un documento e oggi ribadiamo che siamo favorevoli ad una coalizione aperta alla società civile, ma siamo indisponibili alle proliferazioni di liste civiche, se utili solo a mascherare operazioni di trasformismo e di ricollocazioni di ceto politico».