«Il mio futuro? Farò il contadino, mi dedicherò alle mie olive...». A Roma per la presentazione dei nuovi treni del trasporto locale, l’amministratore di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, non vuole più tornare sul discorso dei tagli agli stipendi dei manager (se mi tagliano lo stipendio - aveva detto - me ne vado all’estero). Rispondo solo ai pendolari non a Della Valle (che l’aveva criticato, ndr)». Moretti è raggiante, mostra a Piero Fassino i nuovi treni destinati ai pendolari: «I colori li ho scelti io, la livrea l’ho disegnata io», racconta al primo cittadino di Torino. S’incontrano sui binari i due «sindaci»: Moretti è infatti primo cittadino in un paese in provincia di Rieti, Mompeo. «Ma non prendo emolumenti», precisa.
Il forum
L’occasione per fare il punto sulla situazione del trasporto ferroviario pendolare è il Forum organizzato dalle Fs alla stazione Termini che ha messo intorno al tavolo aziende, enti locali, sindacati e politica per capire nodi da sciogliere e sfide future. «C’è un problema di risorse disponibili. Non si può più continuare a dire che si può fare, senza risorse adeguate, quello che la gente desidera», ha detto Moretti, chiedendo il contributo delle autorità pubbliche: «Servono altri 3 miliardi», oltre ai 3 già investiti in autofinanziamento da Fs, «per arrivare a quei famosi sei miliardi» che servono a rinnovare la flotta regionale con 1000 nuovi treni. «Sui treni dei pendolari ci viaggio, certo non prendo applausi. Ma i servizi sono commisurato agli investimenti delle regioni. Più soldi ci mettono, migliore è il servizio». Poi assicura: «Resto in Italia, abbiamo bisogno di manager».
Le cifre
Snocciola i dati Moretti, facendo il confronto con quanto accade negli altri Paesi europei. In particolare, per quanto riguarda i ricavi da traffico nel trasporto ferroviario pendolare, nel 2012 Fs ha ricevuto 13 centesimi per passeggero km (di cui 8,9 dallo Stato e 4,1 dai cittadini), contro i 18,5 centesimi di euro della Germania (Deutsche Bahn) e i 24,5 centesimi della Francia (Sncf). Inoltre «è abbastanza curioso che nel trasporto bus extraurbano - ha osservato Moretti - ci siano incassi molto più alti che nel treno (17,2 centesimi per passeggero chilometro), cosa che rappresenta un caso unico al mondo». Inoltre, lo Stato italiano destina al trasporto ferroviario regionale 34,7 euro per ogni abitante, contro i 65 della Francia e i 51 della Germania.
Il ministro Lupi
Moretti che ricopre una ventina di ruoli, oltre ad essere ad delle Ferrovie, durante il buffet ci racconta la sua dura giornata (come l’ha definita lui): «Mi sveglio alle 6», prima di Renzi. «Arrivo in ufficio alle 7,30 e torno a casa alle 21,30». Poco più in là il presidente della Toscana, Enrico Rossi, chiede più puntualità e investimenti per i treni dei pendolari: «Ma Moretti lavorerebbe anche gratis per ha passione». Poi arriva il ministro Lupi con cui nei giorni scorsi c’erano state scintille. «Quella è la porta» aveva detto il ministro all’ad di Fs che protestava per l’eventuale decurtazione dei suoi circa 870 mila euro di stipendio lordo annuo. «Servono più soldi per migliorare le condizioni dei pendolari che viaggiano sui treni», gli ha subito chiesto Moretti. «Ferrovie dello Stato ci ha messo 3 miliardi, ma non bastano: ne servono ancora altri tre». «Ci siamo detti col mio amico Moretti di fare un po’ di giri, insieme ai presidenti di Regioni, senza la stampa, così tutti noi capiamo il disagio che esiste, non per prenderci i pomodori in faccia, ma per capire la situazione», il ministro dei trasporti Maurizio Lupi è conciliante, dopo giorni di polemiche. Lupi ha anche riconosciuto a Moretti il merito di aver risanato l’azienda («è un bravo manager»). Ed è pace fatta anche sulla quotazione di Fs in Borsa. Il ministro ha ribadito che non è una priorità del Governo, Moretti ha precisato di non averla mai proposta (la decisione spetta all’azionista Tesoro), ringraziando Lupi per aver chiarito. Sul settore dei trasporti resta però l’incognita della spending review.
LE REGIONI
C’è poi anche il problema dei ritardi (anche di 2-2,5 anni) nei pagamenti delle Regioni (che hanno con Trenitalia 1,350 mld di debiti) su cui Vicenzo Soprano, ad di Trenitalia, chiede «certezza». A confermare il problema della «carenza di risorse» del trasporto pubblico locale è anche il vice presidente di Confindustria Aurelio Regina, che avverte: in questo clima «è difficile che un’impresa, sia pubblica che privata, investa in questo settore», e che «sostenga un servizio con gli standard richiesti». Anche dalle Regioni arriva un appello al Governo sui finanziamenti al trasporto ferroviario locale. «È una questione nazionale», osserva ancora il governatore della Toscana Enrico Rossi, che assicura la disponibilità delle Regioni a fare la loro parte, ma solo a condizione che «Governo e Parlamento facciano la loro parte». Oltre la Toscana, anche l’Abruzzo e il Veneto non hanno rinnovato il contratto di servizio che scadeva a nel dicembre scorso.
L’INDAGINE
Intanto la Corte dei Conti del Lazio, secondo La7, avrebbe aperto tre fascicoli per fare luce sugli stipendi di circa 20 manager pubblici, superiori ai 300mila euro: nel mirino dei Pm gli stipendi, tra gli altri, dell’ad dell’Enel Fulvio Conti, dell’ad e del presidente di Poste Massimo Sarmi e Giovanni Ialongo, del presidente di Anas Pietro Ciucci, dell’ad di Cdp Giovanni Gorno Tempini, dell’amministratore unico di Enav Massimo Garbini e proprio dell’ad di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti. I tre fascicoli, ha riferito ancora il Tg, sono stati aperti negli ultimi due mesi e mezzo e su di essi lavora anche la Guardia di Finanza. In ogni caso, lo stesso Tg ricorda che le aziende quotate in Borsa godono di un regime particolare dal punto di vista dei compensi, che non sono soggetti a tetti.