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Pescara, 25/11/2024
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30/03/2014
Il Centro
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La visita del Ministro Lupi in Abruzzo - «Chiodi ha capito, a Pescara serve Testa. Il centrodestra non ripeta l’errore di Milano e Padova: se il sindaco uscente è debole, meglio un nome alternativo». E sui due aeroporti, L’Aquila e Pescara: «Per me l’aeroporto è uno solo e non è una battuta» |
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PESCARA Due giorni in Abruzzo. La sera di venerdì era alla convention di Guerino Testa, candidato Ncd a sindaco di Pescara. Ieri a Ortona e Lanciano nella veste più istituzionale di ministro delle Infrastrutture e dei trasporti. Poi, una doverosa visita all’Aquila, e di nuovo a Pescara. L’Abruzzo è davvero terra di contesa tra Ncd e Forza Italia se il ministro Maurizio Lupi gli dedica tanto tempo (ma non va sottovalutato il legame affettivo: i genitori sono originari di Fossacesia). Abruzzo e Piemonte, le due regioni dove si vota per il rinnovo del consiglio regionale, sono davvero partite importanti per gli equilibri del centrodestra. Il vero braccio di ferro è sul comune di Pescara, con lo scontro tra l’uscente Albore Mascia (Forza Italia) e Testa. Ministro Lupi, come vanno le cose nel centrodestra? L’impressione è che con l’indebolirsi della leadership di Berlusconi rischiate che il voto “carismativo” si riversi su Renzi, e ci sembra che la stessa cosa stia avvenendo a livello locale: a Pescara o in Regione. «La scommessa del Nuovo centrodestra era di creare un pilastro che rendesse solida, in vista di scelte future, l’alternativa a Renzi. Per fare questo hai bisogno di sostanziare in maniera molto concreta le ragioni per cui sei nato, e devi renderti credibile sia a livello nazionale che locale con metodi e contenuti nuovi. I sondaggi ci dicono che il voto in fuoriuscita da Forza Italia sarà intercettato per il 50% da Renzi (perché sta facendo battaglie che il centrodestra fa da anni) e per il 50% da Ncd. Ma dobbiamo essere in grado entrambi di essere credibili. A Pescara si pone questa questione. Dobbiamo scegliere il candidato che sia il migliore interprete dei valori del centrodestra. Per noi il candidato migliore è Guerino Testa. La gente ha questa percezione, e tanti comuni li abbiamo persi perché non abbiamo capito le indicazioni che la gente ci dava». Dove per esempio? «A Padova o a Milano con Letizia Moratti. Vede, Moratti è sempre stato un buon sindaco, ma non era popolare: il sindaco deve anche tradurre nel rapporto con la sua gente le ragioni della sua azione. Questo è il tema su Pescara. L’appello dunque è: impariamo dalla storia, impariamo dagli errori del passato. O si capisce questa scommessa o il rischio è l’estinzione di una forza politica». Questa cosa si decide a Pescara a Roma? «Siccome siamo un partito che si declina anche a livello territoriale i primi che devono capirlo sono sul territorio». E su Chiodi candidato siete sempre così granitici? «Mi è sembrato che Chiodi abbia percepito questo discorso e che sia rimasto molto colpito dall’evento di Testa al Circus. Per quanto riguarda la Regione, ritengo che il governo Chiodi in questi cinque anni abbia cambiato il volto di questa regione, anche facendo scelte coraggiose. Noi abbiamo governato con lui e vissuto con lui, come facciamo a non condividere una ricandidatura? Il punto vero è presentarci tutti insieme, dare un segnale forte, candidare una classe dirigente credibile. Pescara è un punto chiave. Un risultato positivo a Pescara, dove possiamo vincere al primo turno tutti uniti su Testa, avrebbe ripercussioni sulla Regione». Con voi ci sono molti amministratori locali ma i sondaggi sembrano penalizzarvi. Come lo spiega? «Questo per noi è la positività sulla prospettiva. Gli amministratori che scelgono di venire con noi sotto campagna elettorale testimoniano un’idea della politica totalmente gratuita. Ti fanno insomma essere credibile. Abbiamo 4000 amministratori a livello nazionale, in 4 mesi abbiamo aperto 12.550 circoli composti ciascuno da 10 persone che hanno pagato 10 euro. Siamo il primo partito che nasce con la forza della propria credibilità». Temete Grillo? «Dipende se una classe politica “tradizionale” dimostra di avere il coraggio di cambiare. Riguarda Renzi, riguarda i candidati locali. A Pescara è così: se i candidati sono capaci di interpretare questo cambiamento Grillo non ha spazio. Stessa cosa in Regione, dove si confrontano due candidati con una grande esperienza amministrativa ma con elementi di debolezza che sono emersi o prima o negli ultimi mesi. Lì prevarrà il giudizio sul buon governo o su elementi che appartengono a quello che ti è accaduto ? Non lo so». Ministro, lei ha visitato il porto Ortona, che impressione ha avuto? Che cosa può dirci delle potenzialità di questo scalo? «La cosa che mi ha colpito è quando l’incolpevole sindaco mi ha detto che il piano regolatore del porto risale al 1969. Purtroppo questa è la fotografia del paese. Il fatto cioè che non si riesca a cambiare un piano regolatore dopo 45 anni, un’era geologica in termini di sfida della modernità. Al presidente della Regione e agli operatori portuali ho quindi posto il tema di individuare le vocazioni dei singoli porti, senza metterli in concorrenza. Una proposta intelligente che ho sentito e che penso di recepire nella riflessione stiamo facendo rispetto al sistema portuale nazionale, è quella di iniziare a ragionare per grandi aree. E certamente l’area centrale di collegamento strategico tra i sistemi portuali di Roma e Ortona è un modo nuovo di ragionare, un’osservazione di strategia intelligente. Tema ulteriore e quello del collegamento del sistema portuale col sistema ferroviario». E sui due aeroporti, L’Aquila e Pescara, che ci dice? «Per me l’aeroporto è uno solo e non è una battuta»
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