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Pescara, 25/11/2024
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30/03/2014
Il Centro
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Bussi in rivolta, consiglio straordinario. Il 7 aprile assise sulle discariche, il sindaco: subito il piano di reindustrializzazione. E Popoli si ribella: la nostra acqua è pura |
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BUSSI SUL TIRINO La seconda tappa dell'Operazione verità, dopo l'incontro di Bussi con il commissario governativo Adriano Goio e il presidente della Regione Gianni Chiodi, sull'ondata mediatica scatenata dalla pubblicazione del rapporto dell'Istituto superiore della sanità sulle discariche dei veleni a Bussi, per le quali sono imputati a ex manager della Montedison, nel processo davanti alla Corte di assise di Chieti, e sulla contaminazione delle acque distribuite a mezzo Abruzzo negli anni scorsi e non oltre il 2007, avrà due momenti importanti a Bussi e Popoli con due consigli comunali straordinari. A Popoli la prossima settimana, a Bussi già programmato per lunedì 7 aprile. «Intendiamo affrontare il tema nella sua globalità» afferma il sindaco di Bussi, Salvatore Lagatta. «Ciò che ci preme, in realtà, è mettere in moto il processo di reindustrializzazione. Una operazione da fare in fretta per sperare di risollevare l'economia, il lavoro, l'occupazione e la dignità di un paese messo in ginocchio dalla crisi della fabbrica chimica che vuole chiudere e dal sisma dell'aprile di cinque anni fa. Abbiamo chiarito che le acque provenienti dai territori dell'alta Val Pescara da otto anni sono pure e garantite, c'è da ribadire con fermezza che è necessario che questo territorio torni ad essere produttivo. C'è da precisare, ancora una volta che questo è possibile, però, avviando la bonifica del sito industriale distinto nelle sue due zone: 2A e 2B, estese circa 5 ettari ciascuna, rispettivamente sito dello stabilimento Solvay e areee circostanti afferenti l'impianto». Gli attori di questa operazione sono la Solvay ed il commissario Goio. La prima dovrà bonificare il suo sito (2A) a sue spese, procedendo con le tecniche dell'Hot spot e della Barriera idraulica, al secondo spetterà la bonifica del 2B impiegando i 50 milioni di euro assegnatigli dal governo con il decreto milleproproghe, ritagliati dai fondi destinati alla ricostruzione post sisma. Le due aree presentano un tipo ed un grado di inquinamento differenti dalla Tremonti che non influisce sulle falde acquifere sotterranee. «Lo ribadisco e lo dico per gli ambientalisti:», incalza Lagatta, «quei 50 milioni non si possono utilizzare per la bonifica della Tremonti (4 ettari di estensione superficiale per sei metri di spessore di materiali contaminati) perché stanziati unicamente per la reindustrializzazione. Sarà il processo in atto a stabilire chi dovrà interessarsi della Tremonti». Lagatta informerà sulla conclusione della disamina delle proposte dei nuovi investitori «che saranno scelti», precisa, «in relazione alla maggiore offerta di posti di lavoro, solidità bancaria, reale possibilità di realizzare un opificio nel sito Solvay. Una scelta che dovrà essere mediata anche dai ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo economico e dalla stessa Solvay e parti sociali». Sulla difesa della risorsa acqua, il consiglio a Popoli. «L'acqua fa la nostra economia», afferma il sindaco Concezio Galli. «Dopo il montare del dibattito mediatico che ha coinvolto anche la nostra città siamo costretti a una task force di salvaguardia dell'utilizzo che qui si fa dell'acqua. Popoli non c'entra con l'inquinamento e le discariche: noi vogliamo preservare l'industria di acque minerali, gli albergatori, i produttori agricoli e gli operatori turistici legati alle Terme e alla Riserva del Pescara. Le nostre acque ( vengono attinte dai bacini del Gran Sasso, del Sirente e della Maiella».
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